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Quindicenne morto in casa, il ministro Valditara: “Subito ispezioni”
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, sentito dall’Ansa esprime grande dolore e vicinanza alla famiglia del quindicenne che si è tolto la vita nei giorni scorsi nella sua casa nel comune dei Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina. Il ministero si è subito attivato predisponendo due ispezioni negli istituti che il ragazzo ha frequentato alle scuole medie e poi, attualmente, alla scuola superiore dove in questi giorni avrebbe dovuto iniziare il nuovo anno scolastico. Il ministro intende anche nelle prossime ore contattare la famiglia per esprimere la propria personale vicinanza e di tutto il mondo della scuola.
Le nuove norme contro il bullismo introdotte dalla legge 70/2024 sono prescrittive: la scuola ha l’obbligo, nel caso di atti di bullismo, di chiamare i genitori dei ragazzi coinvolti come autori dei fatti e di attivare le attività educative necessarie. Nei casi più gravi di reiterazione è prevista anche la denuncia alle autorità preposte. Le ispezioni attivate dal ministero dovranno quindi comprendere se gli episodi di bullismo siano emersi, se il corpo docente avesse compreso il malessere del ragazzo e se fossero state attivate le misure previste in questi casi dalla nuova normativa.
Il caso
Il Procuratore della Repubblica di Cassino Carlo Fucci ha disposto l’apertura di un’inchiesta con la quale fare luce sulla morte di Paolo, un ragazzo di 15 anni originario di Cassino e residente con la famiglia a Santi Cosma e Damiano. Nel fascicolo viene ipotizzata la violazione dell’Articolo 580: “Istigazione o aiuto al suicidio”. Il sospetto è che Paolo fosse bullizzato e qualcuno, con il proprio comportamento, abbia spinto l’adolescente a togliersi la vita. Il ragazzo è stato trovato morto in casa l’11 settembre: stando ad una prima ricostruzione dei carabinieri, tutto farebbe pensare a un gesto volontario. Per accertarlo, la Procura di Cassino ha disposto l’autopsia. Al tempo stesso, l’Ufficio diretto dal Procuratore Fucci ha disposto il sequestro dello smartphone e di tutti gli altri dispositivi elettronici utilizzati dal ragazzo, in modo da verificare eventuali vessazioni o pressioni di qualunque genere, in particolare nell’ultimo periodo della sua vita. Dalle prime testimonianze è emerso che l’imminente rientro a scuola lo avrebbe prostrato, in uno degli ultimi messaggi nella chat di classe ha scritto: “Se dovessi arrivare tardi tenetemi il posto”. La famiglia aveva intercettato le difficoltà del ragazzo e si era attivata. La Procura ora vuole capire se il decesso del 15enne sia stata una fatalità oppure sia stata conseguenza di pressioni esterne.
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