Rinnovo Patente? Facile ed Economico
Gli equilibri africani pesano nella partita geopolitica tra USA e Cina
L’Avv. Daria Luisa Petrucci è specializzata in diritto internazionale e diritti umani. Appassionata di geopolitica, relazioni internazionali e diplomazia, scrive per la rivista Aliseo un editoriale profondamente interessante dal titolo: “il Nilo conteso: la nuova diga etiope ridisegna gli equilibri africani”.
In ambito mediatico si parla troppo poco d’Africa in termini di geopolitica, perché prevalgono l’aspetto della povertà, della carità, dell’arretratezza, delle guerre tribali, della mancanza di cibo, acqua e medicine.
Eppure, parliamo di un Continente enorme, pari a 30.221.532 km², suddiviso in 54 Stati, con circa 1 miliardo e trecento mila abitanti. Pensiamo che l’Europa è il continente territorialmente più piccolo: 10 milioni e 180 mila chilometri quadrati con una popolazione di 749 milioni di abitanti. Il sito di Nigrizia, in un articolo di aprile 2025 scrive che, “nel 2023, le esportazioni africane hanno raggiunto la considerevole cifra di 700 miliardi di dollari. Ma dietro questo dato si cela una realtà strutturale che da decenni caratterizza l’economia del continente: la forte dipendenza dalle materie prime“.
La maggior parte degli economisti ritiene che occorrano delle strategie di sviluppo in Africa, che diviene un enorme problema, nel momento in cui viene tenuta in vita, praticamente, dalle esportazioni di materie prime da parte dei 5 Paesi partner commerciali, tra cui primeggiano la Cina e gli Stati Uniti.
In questo contesto, il 9 settembre di quest’anno l’Etiopia ha inaugurato la Grand Ethiopian Renaissance Dam (Gerd), ovvero la più grande diga idroelettrica del continente africano, senza dubbio una delle più grandi ed importanti del mondo. “Ci sono voluti quattordici anni di lavori. il progetto è diventato il simbolo di una delle dispute idriche e geopolitiche più delicate del pianeta”- sostiene l’Avv. Petrucci su Aliseo.
La diga fornirà energia a milioni di etiopi, ma rischia di far aumentare la frattura con l’Egitto, destabilizzando la regione. Il primo ministro Abiy Ahmed ha sottolineato che l’Etiopia userà l’elettricità prodotta per migliorare l’accesso interno e, al tempo stesso, esportare l’energia in eccesso ai Paesi vicini. La Gerd, inoltre, dovrebbe garantire un flusso idrico più regolare per l’irrigazione, riducendo l’impatto di siccità e inondazioni stagionali.
Pur disponendo delle acque del Nilo Azzurro, l’Etiopia soffriva di un grave deficit energetico: gran parte della popolazione viveva senza elettricità stabile e lo sviluppo industriale era frenato dalla scarsità di energia. La Gerd, situata nella regione di Benishangul-Gumuz, a circa 14 chilometri dal confine con il Sudan, rispose a questa necessità.
“Una volta pienamente operativa, la diga raddoppierà la capacità energetica del Paese, permettendo ad Addis Abeba non solo di soddisfare il fabbisogno interno, ma anche di esportare elettricità verso Sudan, Kenya, Gibuti e, in prospettiva, Egitto e Tanzania. La potenza è cresciuta progressivamente dall’attivazione della prima turbina nel 2022, fino a raggiungere oggi, 9 settembre 2025, la capacità massima di 5.150 MW. Con queste dimensioni, la Gerd entra tra le venti dighe idroelettriche più grandi del mondo, con circa un quarto della potenza della diga delle Tre Gole in Cina”.
Per l’Egitto, che dipende dal Nilo per oltre il 90% del proprio fabbisogno idrico, la diga rappresenta un’enorme minaccia perché mette in discussione decenni di predominio sul fiume e solleva timori per la sicurezza alimentare e la stabilità sociale del Paese. Per questo, già nelle prime fasi dei lavori, il governo egiziano si è opposto duramente, accusando Addis Abeba di violare numerosi accordi, tra cui alcuni risalenti all’epoca coloniale.
Con oltre 132 milioni di abitanti, l’Etiopia è il secondo Paese più popoloso dell’Africa e il più popoloso Stato al mondo senza sbocco sul mare.
“La diga rappresenta l’agognata ambizione etiope di assumere un ruolo guida nell’Africa orientale, sfruttando l’energia idroelettrica come strumento di influenza economica e politica. Per Addis Abeba, la Gerd non è solo un’infrastruttura, ma il simbolo di un nuovo volto dell’Africa: un continente che non si limita a esportare materie prime, ma che punta a generare valore aggiunto attraverso modernizzazione e sostenibilità” – scrive sempre Aliseo.
La banca centrale etiope ha coperto la maggioranza dei costi. mentre il resto è arrivato da obbligazioni, donazioni e contributi della diaspora. Accanto al finanziamento interno, un ruolo tecnico cruciale lo ha avuto l’Italia con Salini Impregilo (oggi Webuild), che ha guidato la costruzione delle principali strutture.
Per l’Etiopia, la diga è un salto verso lo status di potenza regionale, capace di esportare energia e di ridefinire gli equilibri economici del Corno d’Africa.
L’Egitto continua a considerare la diga una minaccia concreta per il proprio approvvigionamento idrico, specialmente durante i periodi di siccità. Il portavoce del ministero degli Esteri egiziano, Tamim Khallaf, ha dichiarato alla Reuters che Il Cairo «eserciterà il suo diritto di adottare tutte le misure appropriate per difendere e proteggere gli interessi del popolo egiziano».
Perciò, Egitto, Somalia ed Eritrea hanno siglato un accordo di sicurezza per supportare l’esercito somalo nel contrasto al terrorismo e nella protezione delle frontiere, per fronteggiare il primato etiope nel Corno d’Africa.
Il problema centrale resta la gestione condivisa delle acque del Nilo, per ora non condivisa. Servirà molta diplomazia per evitare escalation nel conflitto tra questi Paesi, in cui la competizione potrebbe esplodere da un momento all’altro.
Rinnovo Patente? Facile ed Economico
Questo articolo è stato pubblicato in origine su questo sito internet