Rinnovo Patente? Facile ed Economico

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Il senatore di Fratelli d’Italia Filippo Melchiorre, intervistato da Affaritaliani, interviene sui principali temi dell’attualità economica e politica: dall’operazione Montepaschi–Mediobanca alla solidità dei conti pubblici, dai dati record sull’occupazione alla crescita del Mezzogiorno trainata da ZES unica e PNRR.

Uno sguardo anche alla prossima legge di bilancio, con la promessa di ulteriori sgravi per il ceto medio, e al futuro della Puglia, dove il centrodestra si prepara alla sfida elettorale con l’obiettivo dichiarato di strappare la regione al Csx dopo vent’anni.

Senatore Melchiorre, Montepaschi ha raggiunto la quota di controllo di Mediobanca. Cosa risponde alle critiche di chi parla di anomale ingerenze del governo su questa operazione?

Non ci sono ingerenze: le operazioni di mercato seguono regole precise e vengono valutate dalle autorità competenti. Il Governo Meloni non fa favoritismi, ma tutela i risparmiatori e difende la stabilità del sistema finanziario. È un cambio di passo rispetto al passato.

Alcuni contestano il fatto che si verrebbe a creare una governance complessa con una struttura piramidale, perché ci sarebbero due azionisti Delfin e Caltagirone con una presenza significativa in tre istituzioni finanziarie sistemiche, come risponde a chi solleva queste critiche?

Le regole ci sono e vengono rispettate. Ogni partecipazione è sottoposta a verifiche rigorose delle autorità. Non contano i nomi, ma la solidità del sistema. Il Governo lavora per garantire banche forti, trasparenti e al servizio dell’economia reale.

Sul fronte economico migliorano ancora i dati sull’occupazione, che sono migliori della media UE.

I numeri parlano chiaro: disoccupazione al 6%, minimo storico, e calo anche tra i giovani. Il taglio del cuneo fiscale, gli incentivi al lavoro stabile e il sostegno alle imprese hanno inciso. È la prova che le scelte del Governo Meloni funzionano e che l’Italia può fare meglio della media europea.

Il nostro paese potrebbe presto uscire dalla procedura di infrazione, come ha confermato di recente, anche la presidente della Bce Christine Lagarde, mentre la Francia sta diventando il grande malato d’Europa. La politica prudente di Giorgetti sta pagando…?

Sì, la prudenza paga. La linea responsabile del ministro Giorgetti e del Governo Meloni ha rafforzato la credibilità dell’Italia. Anche la presidente Lagarde ha riconosciuto che siamo vicini all’uscita dalla procedura di infrazione. Non facciamo debito facile, ma mettiamo i conti in ordine per dare più margini a famiglie e imprese.

Sulla crescita del sud, che è diventata ormai la locomotiva italiana, quanto hanno inciso le politiche attive incentivanti, come quella della Zes unica e gli investimenti fatti grazie ai fondi del Pnnr?

Il Sud cresce quando si punta su investimenti e infrastrutture, non sull’assistenzialismo. La ZES unica ha già attirato migliaia di domande e miliardi di investimenti, mentre il PNRR con il vincolo del 40% al Mezzogiorno sta spingendo cantieri e occupazione. È il modello Meloni: politiche attive, sviluppo vero e futuro per i giovani.

Per quanto riguarda la prossima manovra finanziaria: lei pensa che si possa finalmente arrivare ad una riduzione delle tasse sul ceto medio?

È la nostra priorità. Se i margini legati al calo degli interessi sul debito lo consentiranno, continueremo a ridurre le tasse per il ceto medio e a consolidare il taglio del cuneo. Ogni euro sarà destinato a chi lavora e produce, non a spesa improduttiva.

Non possiamo non parlare ora della sua Puglia che andrà presto al voto. Nel centrodestra ancora non c’è un candidato. Nei giorni scorsi anche un big come Marcello Gemmato si è detto disponibile a correre. A che punto siamo su questo fronte?

Il centrodestra farà una scelta condivisa e autorevole. Ci sono personalità di valore, e il nome di Gemmato è tra quelli che circolano. La decisione arriverà presto, ma al centro ci sarà un progetto serio per la Puglia, non i personalismi.

Si è fatto anche Il suo nome tra i papabili candidati del centro destra. Cosa c’è di vero?

Ringrazio per la stima, ma il tema non sono i nomi: è il progetto. Io sono a disposizione della mia comunità politica, in Parlamento e in Puglia, per dare il mio contributo dove serve di più.

Paolo Mieli alla “Piazza” di Affari, a Ceglie Messapica, qualche giorno fa, si è chiesto come è potuto accadere che, in una regione storicamente di destra come la Puglia, da vent’anni vincono sempre le sinistre?

Perché il centrodestra spesso è arrivato diviso, mentre il centrosinistra ha messo insieme cartelli e liste raccogliendo di tutto, compresi personaggi oggi finiti agli onori delle cronache giudiziarie. Oggi lo scenario è diverso: abbiamo una classe dirigente radicata, amministratori capaci e un programma concreto su lavoro, sanità, infrastrutture e sicurezza. È tempo di voltare pagina.

Intanto nel centrosinistra continua la telenovela di Decaro, lei che ne pensa…?

Non entro nelle loro beghe interne. Constato però che da quella parte prevalgono veti e personalismi, mentre noi lavoriamo su sanità, lavoro, legalità e sviluppo. È la differenza tra chi governa e chi litiga.

Ma, secondo lei, questa volta, si può davvero strappare la Puglia al centrosinistra?

Sì, con una coalizione unita e un programma chiaro. I pugliesi vogliono sanità efficiente, infrastrutture moderne, più lavoro e tolleranza zero verso la criminalità. Il Governo Meloni dimostra ogni giorno che cambiare è possibile: anche la Puglia può voltare pagina.

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