Rinnovo Patente? Facile ed Economico

image

Usa, stretta sui visti palestinesi 

L’amministrazione Trump ha emanato una sospensione radicale delle approvazioni di quasi tutti i tipi di visti per visitatori per i titolari di passaporto palestinese. Lo riporta il New York Times. Le misure, illustrate in un cablogramma del 18 agosto inviato dalla sede centrale del Dipartimento di Stato a tutte le ambasciate e i consolati statunitensi, impedirebbero anche a molti palestinesi della Cisgiordania e della diaspora palestinese di entrare in Usa con vari tipi di visti non-immigranti e riguardano i permessi per cure mediche, studi universitari, visite ad amici o parenti e viaggi d’affari, almeno temporaneamente.

Ben Gvir, gli attivisti Sumud saranno trattati come terroristi

Il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir ha presentato al governo un piano volto a fermare la Global Sumud Flotilla in base al quale tutti gli attivisti arrestati saranno trattenuti in detenzione prolungata – a differenza della precedente prassi – nelle prigioni israeliane di Ketziot e Damon, utilizzate per detenere i terroristi in condizioni rigorose tipicamente riservate ai prigionieri di sicurezza. Agli attivisti saranno negati privilegi speciali come tv, radio e cibo specifico: “Non permetteremo a chi sostiene il terrorismo di vivere nell’agiatezza”, ha dichiarato Ben-Gvir citato dal Jerusalem Post.

Il piano di Israele per Gaza 

Un articolato e dettagliato piano di 38 pagine delinea quello che potrebbe essere il futuro di Gaza: uno “scintillante resort turistico” e hub tecnologico. Il tutto in seguito allo spostamento, sulla carta “temporaneo e volontario”, dei 2 milioni di abitanti della Striscia. A rivelarlo è stato il Washington Post.  Il video ‘Gaza Riviera del Medio Oriente’ che il presidente Donald Trump aveva rilanciato all’inizio del suo mandato era dunque tutt’altro che una boutade. Gli Stati Uniti prenderebbero il controllo dell’enclave, la amministrerebbero per almeno 10 anni mentre la trasformano in una sfavillante meta turistico e in un centro di produzione e tecnologia ad alta tecnologia.

Durante i lavori, gli abitanti di Gaza potrebbero scegliere di essere trasferite in zone sicure dentro la Striscia stessa oppure di andarsene con un lauto incentivo: 5mila dollari in contanti, 4 anni di affitto pagato all’estero, fondi per un anno di viveri. Ogni partenza farebbe risparmiare a Washington 23mila dollari rispetto ai costi stimati di accoglienza dentro Gaza.   L’investimento ipotizzato si aggira sui 100 miliardi di dollari ma in 10 anni renderebbe 4 volte tanto.   

La proposta è stata chiamata ‘GREAT Trust‘ (con Great che è acronimo di Gaza Reconstitution, Economic Acceleration and Transformation). Non senza una strizzata d’occhio al leit motiv MAGA.   A sviluppare il progetto sono stati alcuni degli stessi israeliani che hanno creato la Fondazione umanitaria di Gaza (Ghf) sostenuta dagli Stati Uniti e da Israele, che ora distribuisce cibo all’interno dell’enclave. La pianificazione finanziaria è stata curata da un team che lavorava all’epoca per il Boston Consulting Group.  Non è chiaro, sottolinea il Post, se la proposta dettagliata e completa di GREAT Trust è ciò che Trump ha in mente. Ma secondo due persone che conoscono il piano, lo sforzo è stato proprio di tradurre in progetti concreti la visione del presidente di una “Riviera del Medio Oriente”. 

Israele valuta di annettere la Cisgiordania 

Il governo israeliano sta seriamente valutando di annettere parti della Cisgiordania occupata come ritorsione per l’imminente riconoscimento della Palestina da parte di diversi paesi occidentali. Lo scrive Axios citando tre funzionari israeliani, statunitensi ed europei. Secondo Axios, il ministro israeliano per gli Affari Strategici Ron Dermer e il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar hanno riferito a diverse controparti europee che Israele potrebbe annettere parti della Cisgiordania se si procedesse con il riconoscimento. Secondo quanto riferito, il gabinetto di sicurezza israeliano dovrebbe discutere la questione oggi.

Un funzionario europeo ha affermato che Dermer ha persino detto alla consigliera per il Medio Oriente del presidente francese Emmanuel Macron, Anne-Claire Legendre, che Israele avrebbe annesso tutta l'”Area C”, che costituisce il 60% della Cisgiordania. La scorsa settimana, Netanyahu ha tenuto una riunione per discutere le possibili misure che Israele potrebbe adottare in risposta ai riconoscimenti, affermano funzionari israeliani citati da Axios. Diversi partner della coalizione ultranazionalista di Netanyahu premono per l’annessione, e anche la lobby dei coloni alla Knesset e alcuni media israeliani sta spingendo per questa mossa.

La maggior parte della comunità internazionale considera la Cisgiordania un territorio occupato e considererebbe qualsiasi annessione israeliana illegale e provocatoria, scrive Axios secondo cui la prossima mossa di Israele dipenderà dalla posizione del presidente Trump, che in passato, durante il suo primo mandato, ha bloccato le annessioni israeliane due volte. L’ambasciatore in Israele Mike Huckabee ha dichiarato ad Axios che l’amministrazione non ha ancora una posizione al riguardo: “Non so quanto sia estesa (l’annessione pianificata). Non sono sicuro che ci sia un’opinione comune all’interno del governo israeliano su dove e quanto sarà estesa”, ha affermato. Funzionari europei avvertono che una simile mossa porterebbe probabilmente a sanzioni contro Israele da parte dell’Ue, dei suoi stati membri e di altri paesi occidentali.

Funzionari arabi sostengono da parte loro che l’annessione israeliana della Cisgiordania porterebbe probabilmente i paesi arabi a sospendere o ridimensionare i loro accordi di pace con Israele e congelare ulteriormente la potenziale normalizzazione israelo-saudita. Un alto funzionario israeliano ha affermato che sono state prese in considerazione diverse opzioni, e quella presentata da Dermer ai francesi è l’approccio massimalista. Un’altra opzione è l’annessione degli insediamenti israeliani e delle vie di accesso ad essi, che costituiscono circa il 10% della Cisgiordania. Una terza opzione è l’annessione degli insediamenti, delle vie di accesso e della Valle del Giordano, che complessivamente rappresentano circa il 30% della Cisgiordania.

Rinnovo Patente? Facile ed Economico

Questo articolo è stato pubblicato in origine su questo sito internet