Rinnovo Patente all'Isola d'Elba? Facile ed Economico
<em>Da Umberto Mazzantini su facebook</em>
La passeggiata delle Farfalle, organizzata da Legambiente Arcipelago Toscano e Parco Nazionale Arcipelago Toscano in collaborazione con Pro Loco di Marciana e Marciana Marina e Hotel Belmare, si è trasformata da subito in una splendida immersione nella natura e nella storia di Patresi, dimostrando che anche un piccolo paese può essere uno scrigno di preziose scoperte e di ricordi sorprendenti.
La mattina, con la guida di due patresai eccezionali come il poeta Antonio Berti e il vulcanico Vincenzo Anselmi, abbiamo scoperto la Patresi contadina che ancora guarda dalle coti la nuova Patresi turistica e e assaporato con la mente e tutti i sensi il sentiero delle poesie, ascoltato le poesie di Antonio Berti dalla sua voce appassionata e anche dalla giovanissima voce di Matilde, la tradizione ritrovata e il futuro.
E tra quelle coti e poesie è venuta fuori l’incredibile storia di Lorenza Berti, la poetessa patresaia che scriveva versi su qualsiasi prezioso pezzo di carta trovasse, compresi i sacchi di cemento, lasciando un libro fatto di frammenti che solo lei leggeva e che raccontavano della bellezza del suo mondo faticoso e appartato, di voci, albe e tramonti tra La montagna e il mare elbano e la Corsica.
Poi, con un cambiamento di programma dell’ultimo momento, guidati da Vincenzo che conosce ogni sasso e storia, abbiamo attraversato l’uviale di Patresi e le sue polle di acqua ancora mormorante e risalito parte del sentiero del Bollero, tra castagneti abbandonati e sofferenti e altri rimessi a coltura, ad ogni passo la civiltà contadina, la fatica umana di secoli, ci parlavano del passato, del presente e del futuro, fino a raggiungere il sentiero dell’Ombria dove passava l’acquedotto, ripulito in primavera da una piccola squadra di volontari del CAI elbani e stranieri e che si apre su panorami di terra mare e isole che lasciano a bocca aperta.
E’ stato come ripercorrere sul terreno, a solana tra la macchia mediterranea e i salti di vigna abbandonati e a ombria tra i castagneti e i lecceti, le pagine di “Scoprire Patresi”, la piccola enciclopedia scritta da “Gimmi” Giorolamo Ferrini che, grazie a un’eccezionale patrimonio iconografico e un raccontare serrato, ricostruisce la storia e la vita, remote e vicine, de Li Patresi viste e descritte da un patresaio doc.
Presto, dopo la salita lungo antiche scalinate e vie di granito modellate dagli uomini e dal passo degli asini, abbiamo raggiunto agevolmente, tra dolci saliscendi e più ripide e brevi discese, il ponte dei Quattr’archi e poi l’Hotel del mare e ci siamo dati appuntamento per la sera con la scrittrice e forestale Paola Favero al Molo di Patresi.
E’ da lì che una parte dei trekkers del mattino e nuovi curiosi della sera sono partiti per una breve escursione fino al mulino di Patresi, o meglio, alla vasca di carico del mulino, dove Antonio Berti ci ha raccontato del suo bisnonno, Gaudenzio Coltelli, che quel mulino lo recuperò e lo fece, di una dinastia scesa dalla Garfagnana per amore e affari, di storie di donne e uomini, di naufragi mortali, di pesci, uva, grano e castagne, di una natura cambiata, di un paese seminato tra colline e ma re, di uomini e donne scalzi, di asini, capre e pecore, e di un’isola diventata rapidamente altre cose ma dove quel passato ci parla ancora del futuro.
E del mondo di cui Patresi e l’Elba fan no parte ci ha parlato Paola Favero, con la sua torrenziale passione, mentre il sole calava sopra la vasca antica che alimentava il mulino. E, seduta su una liscia di granito. la scrittrice, con un mano il suo ultimo libro “La foresta racconta” ha evocato, di fronte ad occhi e orecchie attenti, storie e leggende di posti e popoli lontani che somigliano tantissimo alle storie d Patresi e dei patresai, ma anche di un presente che ci riguarda tutti, quello del riscaldamento globale, che mette in pericolo alberi, foreste, animali, acqua ed esseri umani, dall’Amazzonia alla Siberia fino alla vallata di Patresi discesa dal suo uviale.
Un mondo tutto attaccato, nel quale bisogna pensare globalmente e agire localmente, un mondo dove il passato de Li Patresi, può essere l’occasione per pensare modernamente a un futuro più sostenibile e umano. Una semplicità complicata da fare ma, come ci ha raccontato magistralmente Paola Favero, l’unica possibilità per salvarci e salvare la bellezza e la vita splendente e misteriosa, spesso sconosciuta, del nostro pianeta.
Un brindisi di fronte al mare e al tramonto ha chiuso una giornata magnifica, un’esperienza e un esperimento da ripetere allargandolo anche ad altre associazioni e protagonisti, perché i tesori e le storie di Patresi sono ancora tutti da scoprire e abbiamo trovato chi sa scovarli e raccontarli magistralmente.
Rinnovo Patente all'Isola d'Elba? Facile ed Economico
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