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Netanyahu invita tutti i palestinesi a lasciare Gaza. Ma non indica un luogo alternativo
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha rilanciato l’idea di “permettere” ai palestinesi di lasciare la Striscia di Gaza, mentre l’esercito si prepara a un’offensiva più ampia nel territorio. Le precedenti proposte di reinsediare i gazawi al di fuori del territorio devastato dalla guerra — inclusa quella del presidente statunitense Donald Trump — hanno suscitato preoccupazione tra i palestinesi e condanne da parte della comunità internazionale. Netanyahu ha difeso le sue politiche di guerra in una rara intervista ai media israeliani, trasmessa poco dopo che l’Egitto ha annunciato un nuovo sforzo dei mediatori per ottenere una tregua di 60 giorni.
Il premier ha dichiarato all’emittente israeliana i24NEWS: “Non li stiamo spingendo fuori, ma stiamo permettendo loro di partire. Diamo loro l’opportunità di lasciare, innanzitutto, le zone di combattimento, e in generale di lasciare il territorio, se lo desiderano”, ha detto, citando i flussi di rifugiati durante le guerre in Siria, Ucraina e Afghanistan. Nella Striscia di Gaza, Israele ha controllato rigidamente i confini per anni, impedendo a molti di uscire. “Lo permetteremo, innanzitutto all’interno di Gaza durante i combattimenti, e certamente permetteremo loro di lasciare Gaza”, ha aggiunto Netanyahu.
Nell’intervista a i24, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu è stato incalzato sul motivo per cui definisce Gaza City come “l’ultima vera roccaforte” di Hamas, dato che aveva già usato la stessa retorica per descrivere Rafah prima che Israele lanciasse una grande offensiva nella città del sud della Striscia di Gaza la scorsa primavera. Rispondendo alle domande il premier israeliano ha precisato che a febbraio si riferiva “agli ultimi battaglioni organizzati di Hamas” che si trovavano allora a Rafah.
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