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Marche, caso Ricci: l’intervista all’eurodeputato di FdI Carlo Ciccioli

Carlo Ciccioli, eurodeputato di Fratelli d’Italia, nato ad Ancona nel 1952, consigliere Regionale delle Marche ininterrottamente dal 1985 al 2006, oltreché portavoce del partito nelle Marche, conosce molto bene le dinamiche di una Regione che per trent’anni è stata governata, prima dell’avvento di Francesco Acquaroli, dal centro sinistra.

Onorevole Ciccioli, cosa pensa del caso che sta coinvolgendo l’ex sindaco di Pesaro e candidato alla presidenza della regione Marche, Matteo Ricci, colpito da un avviso di garanzia?

Il caso Marche è un po’ l’emblema della parabola del Pd. In trent’anni di governo, prima insieme alla sinistra Dc e poi da soli, il partito, che aveva occupato quasi ogni ganglio del potere nelle Marche, ha costruito una sorta di comitato di affari, da parte di quello che era diventato ormai un partito-regione, un partito stato che ha pervaso tutti i capoluoghi di provincia, e molti comuni. In una simile situazione i gruppi di potere al suo interno si sfidavano sugli affari e non sulla politica. E questo è il risultato.

Pesaro poi, dove per dieci anni ha governato proprio Ricci, è sempre stato un po’ il centro di quel partito nella Regione, una semplice coincidenza o c’è qualcosa di più?

Beh, non so se sia solo una coincidenza o meno, ma certamente Pesaro è sempre stato il centro di questo partito Regione che ha completamente occupato le Marche per più di venticinque anni.

L’ultimo presidente della Regione del centro sinistra, Luca Ceriscioli, veniva proprio da Pesaro, dove era stato, altra curiosa coincidenza, sindaco della città anche lui per dieci anni come Ricci, di cui chiaramente è ora uno dei più tenaci sostenitori, dopo essere stato a lungo avversario interno. La solita coerenza che contraddistingue il partito democratico.

Poi vinta la Regione da centro destra con Francesco Acquaroli, cosa è accaduto onorevole Ciccioli?

È successo che una a una sono cadute quasi tutte le amministrazioni, a cominciare dal sud delle Marche, poi Fermo, Macerata, e due anni fa, dopo settant’anni, anche Ancona. Era rimasta appunto solo Pesaro di Matteo Ricci, ora travolta dagli scandali della ditta Pd. E loro del Pd cosa fanno? Scelgono come candidato proprio l’ex Sindaco ed ex Presidente della Provincia, per dare il segnale della riscossa. Si parte da qui, aveva detto da Pesaro, la “loro” capitale.

Ma nei giorni scorsi di fronte a più di 2.000 persone proprio a Pesaro, Francesco Acquaroli ha tenuto il suo primo comizio della campagna elettorale, certo non si sarebbe mai aspettato che il giorno prima il suo sfidante sarebbe stato colpito da un avviso di garanzia. Una coincidenza dal forte valore simbolico. Si tratta a mio avviso di un eccesso di sicurezza da parte del Pd che ha voluto candidare Ricci, che già da mesi era interessato da queste inchieste della magistratura. Forse hanno fatto un atto di presunzione, ma è indubbio che, al di là che in politica non si può mai dire mai, la loro campagna elettorale parte azzoppata.

Però proprio Acquaroli nei giorni scorsi ha detto che le inchieste di Ricci non lo interessano, ma lui parla di Marche e programmi, una dimostrazione di grande sicurezza, lei che cosa ne pensa?

Penso che abbia perfettamente ragione, i guai giudiziari di Ricci sono un problema suo e del Pd, senza dimenticare del giustizialismo a giorni alterni del Movimento 5 Stelle. A noi del centrodestra interessano le Marche e i programmi da portare avanti per i prossimi cinque anni.

Acquaroli ha governato bene e non lo dice solo Roberto Mancini, ma migliaia di marchigiani, che hanno visto migliorare i trasporti, la pulizia, la sicurezza e la sanità, dopo anni di totale ed assoluto immobilismo da parte della sinistra. Lunedì scorso è stata cantierata l’uscita dal porto di Ancona, un’opera attesa da oltre quarant’anni. Si tratta di un porto che da lavoro ad oltre 7.000 persone. Si tratta della vera industria della città.

Perché è così importante quest’opera attesa da decenni?

Perché grazie a questa strada in pochi minuti dal porto si raggiungerà la grande viabilità stradale nazionale, senza passare dal centro cittadino, con un considerevole risparmio di tempo e di inquinamento.

E si tratta di un’opera fondamentale perché Ancona diventerà un hub importante per tutta la zona dei Balcani. Sostanzialmente attraversare i Balcani per un mezzo merci, dove le ferrovie sono rare, la cerniera con l’Europa è proprio la costa Adriatica e in particolare il porto di Ancona. Si tratta di un primo ritorno alla centralità del Mediterraneo.

A proposito di Europa onorevole come va il bilancio di questo suo primo anno al parlamento europeo?

Il mio primo anno da europarlamentare è stato un anno intenso, segnato da un impegno concreto per portare in Europa le priorità dell’Italia e del centrodestra: sicurezza, infrastrutture strategiche, competitività, difesa dei diritti e della sicurezza, tutela delle nostre comunità.

Il mio impegno anche in Europa è volto a ridare all’area Adriatico Ionica un ruolo centrale nella geopolitica del futuro. Io sono per l’allargamento dell’Ue ai Paesi dei Balcani occidentali.

Come sempre ci sono difficoltà, ma vanno superate. L’Unione europea in questi anni è stata a trazione nord Europa, Francia e Germania. L’Italia deve recuperare il ruolo, insieme a tutti i Paesi mediterranei, con i Balcani occidentali che ci rientrano. Se noi realizziamo questa politica i mari Adriatico e Ionio diventeranno uno dei centri del commercio internazionale. Abbiamo una posizione geopolitica futura di prospettiva importantissima.

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