Rinnovo Patente? Facile ed Economico

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Il secondo semestre del 2025 inizia con un segno meno che pesa.

Le immatricolazioni di auto nuove in Italia, nel mese di luglio, hanno subito un calo del 5,2% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un dato che, di per sé, potrebbe sembrare contenuto, se non fosse che dietro quel -5% si cela il vero volto della crisi: quello dei clienti privati. Sono loro a trascinare verso il basso l’intero comparto delle Passenger Cars, con una perdita netta di oltre 10.000 immatricolazioni solo in un mese, pari a un crollo del 13,3%. Una disfatta che non può essere liquidata con un semplice rallentamento estivo, ma che riflette un malessere profondo nella domanda retail.

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p data-end=”1748″ data-start=”1308″>I numeri parlano chiaro: a luglio sono state targate 119.081 nuove automobili, 6.521 in meno rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. E se è vero che i giorni lavorativi sono rimasti invariati (23), a cambiare è il sentiment dei consumatori. La voglia di cambiare auto si scontra con l’incertezza economica, l’inflazione ancora alta, tassi d’interesse rigidi e una politica degli incentivi che, nella sua forma attuale, non convince.

Nel cumulato da gennaio a luglio, le Passenger Cars italiane si fermano a quota 981.000 unità, ben 38.000 in meno rispetto allo stesso periodo del 2024, per una flessione del 3,7%. Sul fronte opposto, va segnalata la buona performance del comparto dei veicoli commerciali leggeri, che inverte finalmente la tendenza negativa: +5,6% a luglio con 16.631 nuove immatricolazioni, anche se il bilancio annuo rimane pesante (-10,2%).

I privati non comprano più auto, e le ragioni sono economiche

A guidare il calo del mercato auto è il canale dei privati, che non solo è quello più numeroso in termini assoluti, ma anche quello che garantisce la marginalità più alta ai costruttori. E proprio per questo la sua sofferenza preoccupa. A luglio la quota di mercato dei privati è scesa al 52,6%, più di 3 punti in meno rispetto al 2024. Da inizio anno, mancano all’appello 57.000 targhe private, oltre 10.000 solo a luglio. È un’emorragia continua, che nessuno degli altri canali – nemmeno il noleggio a lungo termine in crescita – riesce a compensare.

Nel frattempo, i segnali del Governo vanno in direzione opposta. Il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha annunciato il ritorno degli incentivi a settembre, ma saranno riservati esclusivamente alle auto elettriche (BEV), e solo a chi ha un ISEE da 30.000 a 40.000 euro. In pratica, si tratta di automobilisti con capacità d’acquisto già compromessa, e difficilmente disposti a impegnarsi per un veicolo elettrico, soprattutto in assenza di una rete di ricarica adeguata e con i prezzi dell’energia ancora fuori controllo.

Secondo Dataforce, l’errore è strategico: più che puntare sui bonus a pioggia, servirebbero investimenti strutturali, come l’adeguamento dei prezzi della ricarica pubblica a quelli europei, e un massiccio piano per le infrastrutture. Altrimenti l’auto elettrica resterà una nicchia, lontana dalle masse.

Emissioni fuori controllo: sanzioni UE per oltre 2 miliardi

Oltre alla crisi della domanda, il mercato deve fronteggiare un altro macigno: le emissioni di CO₂. Nei primi sette mesi del 2025, le auto nuove immatricolate in Italia hanno fatto segnare una media di 116 g/km, ben al di sopra del target UE di 93,6. Il risultato è drammatico: secondo Dataforce, i costruttori (OEM) hanno già maturato multe teoriche per oltre 2,1 miliardi di euro nel segmento Passenger Cars, e altri 290 milioni nel comparto LCV.

Chi paga il conto più salato? Le case automobilistiche che non riescono a spingere in modo efficace su elettrico e plug-in. Fiat, per esempio, con una media emissioni di 118 g/km contro un target di 99,5, ha già accumulato 171 milioni di euro di sanzioni teoriche. Volkswagen fa peggio: 121 g/km contro 94,2, per un conto da 180 milioni. Ma il primato negativo va ad Audi: 137 g/km contro un obiettivo di 91,4, e multe potenziali per 186 milioni.

In controtendenza, Toyota riesce a rientrare nel target (96 g/km su 96,6), mentre BYD – forte delle sue BEV – ha accumulato un credito di 85 milioni.

Brand in difficoltà, LCV in recupero: lo scenario per fine anno

Sul piano industriale, il mercato auto italiano si conferma fragile. A luglio Stellantis ha perso oltre 4.000 targhe (-12%) e 2,1 punti di quota. Il Gruppo Volkswagen limita i danni ma resta in rosso, mentre il Gruppo Renault cala del 15%. Tra i pochi in crescita, Fiat (+7,7%) e BYD, che decuplica i volumi. In generale, il forecast per fine anno prevede 1.580.000 Passenger Cars immatricolate, appena lo 0,7% in più rispetto al 2024.

Per quanto riguarda i Light Commercial Vehicles, le previsioni sono negative: -10,9% nel 2025, con una forte sofferenza per auto-immatricolazioni, short rent e NLT. La quota diesel resta dominante, ma le immatricolazioni di veicoli elettrici stanno crescendo, seppur su volumi ancora marginali. A luglio, per esempio, le immatricolazioni di LCV elettrici sono salite del 237%, raggiungendo il 5,4% del totale.

Sullo sfondo resta il problema degli stock invenduti. Delle auto auto-immatricolate tra il 2023 e il 2025, circa 450.000 risultano ancora ferme nei piazzali, soprattutto BEV e PHEV. Segno che l’offerta non incontra più la domanda, e che il mercato rischia una bolla di invenduto, come non si vedeva da anni.

SCHEDA | LUGLIO 2025: I NUMERI CHIAVE DEL MERCATO AUTO

PASSENGER CARS

Totale immatricolazioni luglio: 119.081 (-5,19%)

Calo canale privati: -13,28% (10.384 targhe in meno)

Noleggio a lungo termine: +8,09%

Emissioni medie CO₂: 116 g/km

Sanzioni stimate (gen-lug): 2,1 miliardi €

LIGHT COMMERCIAL VEHICLES (LCV)

Totale immatricolazioni luglio: 16.631 (+5,6%)

Crescita noleggio a lungo termine: +12,9%

Auto elettriche LCV: +237% (902 unità)

Emissioni medie CO₂: 182 g/km

Sanzioni stimate (gen-lug): 290 milioni €

OUTLOOK 2025

Previsione Passenger Cars: 1.580.000 immatricolazioni

Privati sotto le 900.000 unità

Crescita BEV prevista: +44%

Previsione LCV: 168.000 targhe (-10,9%)

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