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Dazi, Meloni in campo per strappare esenzioni utili all’economia italiana
E’ quasi fatta. Salvo colpi di scena dell’ultima ora – viste soprattutto l’imprevedibilità del presidente Donald Trump e la fermezza dell’omologo francese Emmanuel Macron – domani, domenica 27 luglio, il tycoon e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che si vedranno faccia a faccia in Scozia, annunceranno un accordo di massima tra gli Stati Uniti e il Vecchio Continente per evitare i dazi Usa al 30% verso l’Ue dal primo agosto e le contro-misure di Bruxelles, compreso il bazooka per colpire i colossi del web americani.
Trump, dopo aver siglato l’intesa nei giorni scorsi con il Giappone, celebra l’accordo con il Regno Unito del primo ministro laburista Keir Starmer e non ha interesse a scatenare una guerra commerciale con l’Europa (come gli hanno fatto capire i mercati finanziari e anche i manager di molti colossi Usa). Mancano ancora gli ultimissimi dettagli, che vanno limati e aggiustati, ma il faccia a faccia tra il numero uno della Casa Bianca e Ursula dovrebbe al 95% portare all’accordo ai dazi al 15% sui prodotti esportati dall’Unione europea verso gli Stati Uniti.
La trattativa, che va avanti anche in queste ore proprio per evitare colpi di scena e stop dell’ultimo minuto, serve per smussare gli angoli. Le ipotesi sul campo sono quelle di un impegno europeo ad acquistare ancora più gas liquido dagli Usa, visto che ormai i rapporti con la Russia sono pari a zero, e investimenti in Nord America come chiesto dal tycoon anche a Tokyo. Oltre alla conferma del via libera a salire al 5% del Pil come spese militari comprando armamenti in parte proprio da Washington.
Sul fronte opposto, anche il Vecchio Continente sta tentando di ottenere il miglior risultato possibile. La Germania di Friedrich Merz è interessata soprattutto al settore dell’industria pesante e dell’automotive, visto il crollo dell’utile di quasi il 40% di Volkswagen nel secondo trimestre del 2025. Giorgia Meloni, invece, per l’Italia sta da giorni, anzi settimane, lavorando in modo certosino e quotidiano con contatti telefonici con le cancellerie europee e con gli Stati Uniti – in particolare con il vice-presidente JD Vance – per strappare qualche esenzioni per i settori più esposti come export verso gli Usa del nostro Paese ovvero quello farmaceutico e l’agro-alimentare.
Insomma, le sensazioni sono buone e le basi per un’intesa, anche se di massima, già domani in Scozia ci sono tutte. Fonti a Bruxelles, vicinissime alla presidente von der Leyen, confermano ad Affaritaliani l’intenzione di “chiudere” da parte della presidente della Commissione Ue. Se son rose…fioriranno. E dovrebbero fiorire.
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