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Thailandia-Cambogia, in tutto 33 morti: chiesto il cessate il fuoco

Gli scontri al confine tra Cambogia e Thailandia hanno causato 33 morti finora su entrambi i lati del confine mentre con Phnom Penh che chiede un “cessate il fuoco immediato”. La disputa di confine, che covava da tempo, si è intensificata da giovedì con scontri che hanno coinvolto aerei da guerra, carri armati, truppe di terra e fuoco di artiglieria. Un livello di violenza che non si vedeva dal 2011, che ha spinto il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a convocare una riunione di emergenza. 

Secondo l’ultimo bilancio diffuso questa mattina dal ministero della Difesa cambogiano, 13 persone sono state uccise e altre 71 ferite sul lato cambogiano. L’esercito thailandese, da parte sua, ha riferito che cinque soldati sono stati uccisi venerdì, portando il bilancio delle vittime a 20 sul lato thailandese, di cui 14 civili e sei soldati. In totale, il bilancio delle vittime supera ora quello della precedente serie di importanti scontri di confine tra i due Paesi, che hanno causato 28 morti tra il 2008 e il 2011.

Entrambe le parti hanno segnalato scontri intorno alle 5:00 del mattino: Phnom Penh ha accusato le forze thailandesi di aver sparato “cinque colpi di artiglieria pesante” in diverse località della provincia di Pursat, al confine con la Thailandia. Gli scontri hanno costretto oltre 138.000 persone a evacuare le aree thailandesi al confine con il Paese, mentre in Cambogia oltre 35.000 persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case.

A seguito della riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a New York, l’ambasciatore cambogiano presso le Nazioni Unite, Chhea Keo, ha dichiarato che il suo Paese desidera un cessate il fuoco. “La Cambogia ha chiesto un cessate il fuoco immediato e incondizionato e abbiamo anche chiesto una risoluzione pacifica del conflitto”, ha dichiarato ai giornalisti.  

Thailandia-Cambogia: Bangkok estende l’offensiva nell’entroterra

Il ministero della Difesa cambogiano ha dichiarato che la Thailandia sta estendendo la sua offensiva nell’entroterra. Secondo quanto riferito dal portavoce ministeriale, il tenente generale Mali Socheat, le truppe thailandesi stanno utilizzando munizioni pesanti ed equipaggiamento militare, tra cui caccia F-16 e bombe a grappolo, per attaccare obiettivi civili, in aree della Cambogia al di fuori della zona contesa in cui è scoppiato il conflitto giovedì.

Dal 24 luglio, le forze thailandesi hanno colpito non solo posizioni militari cambogiane, ma anche obiettivi civili, tra cui scuole, pagode, distributori di benzina e aree residenziali, ha affermato Socheat. Inoltre, la Thailandia ha dichiarato la legge marziale in diverse aree delle province di Trat e Chanthaburi, al confine con le province di Kah Kong e Poultry in Cambogia, e ha schierato truppe e armi aggiuntive lungo il confine con la provincia di Bontey Miencha. “Queste azioni dimostrano chiaramente l’intenzione della Thailandia di espandere il conflitto e violare la sovranità territoriale della Cambogia”, ha sottolineato il rappresentante del ministero della Difesa cambogiano. 

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