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Il piano del tycoon contro l’Unione europea
Un uno-duo micidiale contro gli “amici-nemici” e quei “cattivi” che con l’America “si sono comportati male per tanti anni”. Donald Trump, pochissimi giorni dopo l’annuncio dei dazi al 30% dal primo agosto contro l’Unione europea, assesta un altro durissimo colpo al Vecchio Continente. Via libera ai nuovi rifornimenti di armi all’Ucraina per difendersi e magari anche colpire la Russia, con i famigerati e indispensabili per Kiev missili Patriot, ma a pagare questi armamenti chi sarà?
Non gli Stati Uniti, come quando alla Casa Bianca c’era Joe Biden, ma la NATO. E quali sono i principali Paesi dell’Alleanza Atlantica che rispetto agli Usa contribuiscono molto meno rispetto agli Usa al bilancio della NATO? Quelli europei, Italia tra i primi. E quindi il tycoon sarà anche arrabbiato con Vladimir Putin perché dice “stronzate” anche se è “gentile” e “di notte bombardata” ma la nuova difesa a favore di Zelensky la pagheremo noi europei.
Per il governo di Giorgia Meloni non è certo una buona notizia, e non solo per il bilancio dello Stato, ma anche e soprattutto politicamente visto che la Lega è fortemente critica nel continuo sostegno a Kiev. E ancora questa mazzata, anche se il Carroccio non può certo attaccare l'”amico” Trump, che tanto amico non si sta dimostrando. Anzi, per niente. E infatti sul tema dei dazi – fonti della maggioranza Ursula a Bruxelles – assicurano che alla fine un accordo entro il primo agosto verrà trovato.
Ma, come ha detto la settimana scorsa Massimo Cacciari ad Affaritaliani.it, sarà un’intesa pro-Trump. D’altronde il coltello dalla parte del manico ce l’ha il tycoon. I primi dazi hanno già fatto crollare di più del 10% l’export verso gli States a Germania e Italia che certo non si possono permettere una guerra commerciale, pena la sicura recessione con centinaia di migliaia di posti di lavoro a rischio.
Von der Leyen, malgrado il pressing del presidente francese Emmanuel Macron, non userà il bazooka, ovvero la tassazione e le tariffe per colpire i colossi internet a stelle e strisce come Amazon, Google, Meta e Apple. Anche se questa ipotesi verrà ventilata durante il confronto, duro e serrato, per cercare di convincere il presidente Usa a siglare un accordo. E l’ipotesi più probabile stando alle fonti diplomatiche Ue è quello di un’intesa sui dazi Usa intorno al 10-15% (più 15 che 10) che varieranno a seconda dei settori. “Dazi zero è una soluzione che nemmeno prendiamo in considerazione, purtroppo è impossibile”, spiegano da Bruxelles.
L’obiettivo dell’Ue non può che essere quello di limitare i danni, cercare la via meno dolorosa possibile. E per l’Italia Meloni, sempre ben consigliata dalla sorella Arianna, cercherà di difendere soprattutto l’agroalimentare, la moda e la farmaceutica. Partita dura, durissima. Ma Trump tira dritto e dei “nemici” europei se ne frega. Tanto a pagare le armi contro Putin saranno. Cioè noi, europei e italiani.
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