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Ops su Mediobanca, a Mps basta il 35%
Il risiko bancario non va mai in vacanza. Mps vuole diventare padrona di casa in Piazzetta Cuccia, ma per farlo, non ha bisogno di prendersi tutta la banca. Secondo il prospetto dell’operazione appena approvato dalla Consob, a Siena basterà ottenere il 35% dei diritti di voto (una soglia molto più bassa rispetto al 66,7% iniziale) per considerare riuscita l’operazione.
Ora, detta così sembra poco. Ma non lo è. Perché con il 35%, in un’assemblea dove magari non tutti partecipano, si può comunque avere un “controllo di fatto”, cioè abbastanza peso per influenzare le decisioni chiave e guidare la barca. Insomma un’operazione, quella di Siena, che ha tutta l’aria di essere ben calcolata e, almeno nelle intenzioni, anche fattibile.
Perché il 35%? La risposta è nei numeri. Mps sa di poter contare già su una base solida di adesioni. Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, è il primo azionista di Mediobanca con il 19,8%. Caltagirone ne detiene un altro 9,9%, e le casse di previdenza contribuiscono con circa un 5,5%. Sommando queste quote, si arriva già al 35%. Inoltre, anche Amundi sembrerebbe pronta a consegnare i titoli, e la famiglia Benetton (con il 2,2%) starebbe valutando il da farsi.
Quindi la base per partire c’è. Ma non finisce lì. Il vero obiettivo resta andare oltre il 50%, perché è lì che scatterebbero i benefici veri: i crediti fiscali di Mps, le famose Dta. Se Siena riesce a ottenere il controllo pieno, potrà usare questi crediti sugli utili di Mediobanca e alleggerire così il carico fiscale. Il vantaggio? Circa 500 milioni l’anno. Se invece l’adesione si ferma sotto il 50%, quei benefici ci saranno lo stesso, ma più lenti e diluiti nel tempo (fino al 2036, con 300 milioni l’anno).
C’è però un passaggio poco chiaro, e Mediobanca l’ha fatto subito notare: nel prospetto non si dice cosa succede agli azionisti se l’offerta si ferma sotto il 50%, ed è una delle domande su cui ora si aspetta una risposta dalla Consob. Nel frattempo, Piazzetta Cuccia si prepara a dire la sua. La prossima settimana si riunirà il cda per dare il proprio parere sull’offerta. Ma la linea è già nota: per Mediobanca, l’offerta è poco convincente, priva di razionale industriale, con rischi elevati e poche sinergie reali.
Insomma, Mps si muove con cautela ma con ambizione. Mediobanca si prepara alla difesa. Chi la spunterà lo sapremo a settembre (l’offerta partirà ufficialmente il 14 luglio e si chiuderà l’8 settembre. Ma una cosa è certa: nel grande gioco della finanza, nessuna mossa è mai casuale.
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