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È stato condannato a 27 anni Daniele Rezza, il 20enne accusato della morte di Manuel Mastrapasqua a Rozzano, in provincia di Milano, la notte dell’11 ottobre 2024, per un paio di cuffiette da pochi euro. La pubblica accusa aveva chiesto una pena di 20 anni, la corte ha deciso, invece, per una condanna superiore
.Alla corte di assise di Milano era stato chiesto di escludere tutte le aggravanti dei futili motivi, del nesso teleologico con la rapina e della minorata difesa per aver agito di notte e di riconoscere a Rezza le circostanze attenuanti generiche per la buona condotta processuale.
I familiari della vittima alla richiesta del pm: “Non è giustizia”
Quella richiesta dal pm non e’ una pena di giustizia”. Lo aveva detto l’avvocata di parte civile dei familiari di Manuel Mastrapasqua, Roberta Minotti, in un passaggio del suo intervento dopo la requisitoria della procura di Milano. Secondo la legale non era condivisibile la richiesta di escludere tutte le aggravanti e riconoscere le circostanze generiche all’oggi 20enne. “L’acquisizione degli atti e le scuse non sono elementi sufficienti ad attenuare la gravita’ dei fatti”, ha sottolineato l’avvocata Minotti. “Manuel ha trovato Daniele Rezza sulla sua strada. Tutti i testimoni all’unisono hanno dichiarato che Manuel non rispondeva a nessuna provocazione. Era timido e introverso. Non gli piaceva la violenza. Era un ragazzo buono e sempre disponibile ad aiutare chi ne avesse bisogno”. E ancora sulla notte in cui e’ stato aggredito a Rozzano dall’imputato: “Quel che e’ certo e’ che Manuel non ha reagito e non ha avuto neanche tempo di farlo”.
In aula le ultime parole di Mastrapasqua prima di essere ucciso
L’avvocata di parte civile Roberta Minotti, che assiste i familiari della vittima, ha fatto ascoltare ai giudici il vocale che Manuel stava registrando su Whatsapp per la sua ragazza quando ha perso la vita in strada a Rozzano l’11 ottobre scorso. La mamma, il fratello e la compagna di Manuel sono usciti dall’aula. Soltanto la sorella è rimasta ad ascoltare la registrazione.
I familiari di Mastrapasqua insultano Rezza: “Assassino, infame, bastardo”
Quando Rezza è uscito dall’aula in manette, scortato dalla polizia penitenziaria, i familiari della vittima hanno insultato l’imputato. “Assassino, infame, bastardo, pezzo di merda”, hanno urlato mentre il 20enne veniva allontanato
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