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Gli 007 europeii sono convinti che i pasdaran abbiamo spostato il materiale prima del bombardamento Usa sul sito di Fordow, ma Paniccia smonta questa tesi
“Io personalmente sarei per seguire le parole del presidente Usa Donald Trump e non credo che gli iraniani siano riusciti a spostare l’uranio arricchito almeno nella quantità che viene descritta”. Arduino Paniccia, presidente della Scuola di guerra economica e competizione internazionale di Venezia (Asce), intervistato da Affaritaliani.it, è molto scettico sulle affermazioni degli 007 europei i quali sono convinti che i pasdaran abbiamo spostato il materiale prima del bombardamento Usa sul sito di Fordow e che quindi l’uranio iraniano sia sfuggito ai bombardamenti.
“Trump è certo del fatto che il bombardamento americano abbia colpito gli impianti per la costruzione di armi nucleari. Ho letto anche dichiarazioni di esponenti dell’Aiea (l’agenzia principale per la cooperazione internazionale nel settore nucleare, ndr) che affermano di non aver riscontrato la liberazione di materiale radioattivo ed è quindi difficile capire esattamente che cosa sia accaduto. Ma, ripeto, sono dell’idea, anche se non posso dimostrarlo, che gli americani abbiamo colpito la base iraniana per la costruzione di armamenti atomici. Pur non avendo certezze, ritengo molto probabile un serio danneggiamento degli impianti”.
Paniccia osserva: “Nonostante le parole di ieri di Khamenei contro gli Usa, riapparso dopo molti giorni solo per fare propaganda, l’attacco Usa è stato molto duro e pesante e in almeno in parte, se non in buona parte, ha compromesso il programma nucleare iraniano. Oggi Teheran è tornato molto distante dalla capacità di poter produrre un ordigno atomico avanzato. Altra cosa, invece, se fosse sfuggita una quantità minore di uranio arricchito stoccata in un sito segreto. Ma in questo caso potrebbe esserci il rischio di ordigni rudimentali o ‘bombe sporche’, anche se ciò potrebbe accadere solo tra qualche mese e non oggi. Ma ammesso che il regime di Teheran, con i colpi subiti, abbia la forza e le risorse economiche per ricominciare a lavorare a un ordigno nucleare da trasportare su missili balistici, siamo tornati indietro di anni. E per il momento questo pericolo non sussiste”, conclude il presidente della Scuola di guerra economica e competizione internazionale di Venezia (Asce) Paniccia.
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