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Anche sui dazi Meloni resta il ponte con la Casa Bianca
Moderatamente soddisfatta. Anzi, soddisfatta. Così fonti di governo ai massimi livelli, molto vicine alla presidente del Consiglio, descrivono lo stato d’animo e le sensazioni di Giorgia Meloni all’indomani del vertice Nato e nel giorno del Consiglio europeo.
La premier ha raggiunto l’obiettivo di far passare la linea italiana anche con Donald Trump sulla spesa in armamenti al 5% del Pil entro il 2035. Un passaggio decisivo che è avvenuto la prima sera al tavolo proprio con il presidente Usa, con Mark Rutte e con il capo di Stato della Turchia Recep Tayyip Erdoğan. Il piano sarà graduale e per step, cinque più cinque anni.
Nessuna forzatura, nessuna accelerazione e quindi anche nessuna tensione con la Lega, sul fronte interno, che non ha mai visto di buon occhio il riarmo di Bruxelles. Il punto chiave è il piano Invest EU che utilizzerà la garanzia di fondi dell’Unione europea per far smuovere investimenti privati. Questo è il punto chiave secondo i meloniani perché consentirà di mettere in moto l’economia, creando anche nuovi posti di lavoro, ma senza gravare sul bilancio pubblico italiano e quindi senza dover tagliare su fronti importanti come sanità, scuola, trasporti, welfare etc…
Forse l’uscita di Trump sulla Spagna che pagherà in termini di dazi la mancata firma – ragionano fonti politiche della maggioranza e non la premier – era meglio se non ci fosse stata. Primo perché Madrid ha firmato esattamente ciò che ha firmato l’Italia e quindi non ci sarà alcuna deroga e poi perché l’affondo del tycoon ha fatto un piacere a Pedro Sanchez che passa per il pacifista che si oppone alla Casa Bianca, come ha detto la segretaria del Pd Elly, Schlein, ma così non è. Sul fronte dei dazi, nonostante l’imprevedibilità del presidente statunitense,
Meloni sta trattando direttamente con l’inquilino della Casa Bianca, come ha detto in Parlamento senza mettere in mostra tutto sui media ma lavorando dietro le quinte – per favorire un’intesa duratura e giusta tra Europa e Usa, e quindi anche e soprattutto nell’interesse dell’Italia e della nostra economia. Per quanto riguarda l’immigrazione, ovvero il tema discusso oggi a Bruxelles, Meloni è molto soddisfatta del fatto che la Germania di Friedrich Merz si sia aggiunta al gruppo di 14 Paesi dell’Ue che hanno sposato la linea di Roma sui terzi per i rimpatri dei migranti irregolari in Paesi terzi, modello Albania.
Altri Stati vorrebbero aggiungersi alla lista ma alla presidente del Consiglio bastano questi 14, con l’adesione fondamentale di Berlino, altrimenti di fatto diventerebbe un Consiglio europeo bis e sarebbe inutile. Quindi avanti così con la linea ribadita oggi sull’immigrazione dei centri per i rimpatri in Paesi extra-Ue (strada aperta dall’Italia) e condivisa anche dal Regno Unito di Keir Starmer, pur non facendo parte dell’Unione. Insomma, Meloni – sempre ben consigliata dalla sorella Arianna – tornerà a Roma con buoni, se non ottimi, risultati per l’Italia. Alla faccia delle critiche di alcune opposizioni, Pd, M5S e AVS in testa.
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