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La corsa dell’auto elettrica continua, ma a velocità differenti nei Paesi dell’Unione Europea.

Secondo i dati ufficiali aggiornati a maggio 2025, le nuove immatricolazioni auto nell’UE mostrano una lieve flessione da inizio anno: un -0,6% che segna una battuta d’arresto rispetto al medesimo periodo del 2024. Una frenata complessiva, però, che non impedisce all’Italia di mettersi in evidenza sul fronte della mobilità elettrificata, in particolare con i modelli ibridi-elettrici, protagonisti di una crescita robusta.

Il dato, confermato dall’ultimo aggiornamento dell’ACEA (l’Associazione dei costruttori europei di automobili), evidenzia come a livello YTD (Year-To-Date, cioè da gennaio a maggio 2025), siano state immatricolate 701.089 auto elettriche a batteria nei Paesi UE. Un incremento evidente rispetto allo stesso periodo del 2024, quando la quota di mercato per i veicoli BEV (Battery Electric Vehicle) si attestava al 12,1%. Oggi si sale al 15,4%, un passo avanti significativo, ma ancora insufficiente per soddisfare le aspettative legate alla transizione energetica europea.

L’Italia, pur mantenendo una quota di elettrico puro ancora inferiore rispetto ai big del Nord Europa, gioca un ruolo importante sul fronte degli ibridi. Con un +13,8% rispetto ai primi cinque mesi del 2024, il nostro Paese si conferma tra i mercati trainanti nella diffusione dei veicoli a doppia motorizzazione. Una performance che si affianca alla forte crescita registrata in Francia (+38,3%), Spagna (+34,9%) e Germania (+12,1%), tutti Paesi che alimentano il risultato complessivo di 1.601.090 nuove immatricolazioni ibride in UE.

Una tendenza che fotografa con chiarezza la trasformazione in atto nel panorama automobilistico europeo. Se le vendite di auto a benzina e diesel continuano a perdere terreno – con cali rispettivamente del 20,2% e del 26,6% su base annua – le tecnologie elettrificate diventano sempre più centrali. L’Italia, da questo punto di vista, sembra trovare un equilibrio tra il desiderio di sostenibilità e le abitudini consolidate del suo parco circolante, ancora fortemente ancorato ai motori termici.

Il mix di alimentazioni nel 2025 vede infatti l’ibrido elettrico diventare la prima scelta tra gli automobilisti europei, con una quota di mercato del 35,1%, che supera nettamente quella dei veicoli a benzina e diesel, fermi al 38,1% nel complesso. Un dato che mette in discussione il predominio dei carburanti fossili e segna un passaggio simbolico nell’evoluzione del settore. L’elettrico puro, dal canto suo, mostra segnali di accelerazione, anche grazie alle buone performance di Germania (+43,2%), Belgio (+26,7%) e Paesi Bassi (+6,7%), che da soli rappresentano il 62% di tutte le immatricolazioni BEV nell’UE. La Francia resta invece in controtendenza, con un calo del 7,1%.

Guardando all’Italia, si nota una dinamica composita. La crescita degli ibridi è tangibile e capillare, mentre l’elettrico puro fatica ancora a conquistare numeri significativi, frenato da infrastrutture di ricarica ancora insufficienti, costi d’acquisto elevati e un sistema di incentivi discontinuo. Tuttavia, i segnali sono incoraggianti. Anche le auto plug-in hybrid, per esempio, hanno registrato un aumento del 66,6% in Spagna e del 52,8% in Germania. Complessivamente, le PHEV rappresentano ora l’8,2% del mercato europeo, rispetto al 7,1% del maggio 2024. Un progresso non trascurabile, considerando che l’Italia ha appena varato nuovi incentivi anche per questa categoria di veicoli, con l’obiettivo di sbloccare il potenziale di una transizione più graduale.

Nel frattempo, il motore a benzina  che per decenni ha dominato le classifiche europee  continua a scendere. A fine maggio 2025, con 1.305.525 auto immatricolate, la sua quota è scivolata al 28,6%, ben al di sotto del 35,6% del 2024. Il diesel fa peggio, con un calo del 27,6% su base annua e una quota complessiva del 9,5%. In Italia, dove il diesel è stato per lungo tempo il preferito tra le auto aziendali e le flotte, la riduzione è sensibile: -15,4% rispetto allo scorso anno.

I numeri raccontano dunque una duplice verità: da una parte l’Unione Europea continua il percorso di decarbonizzazione, e i consumatori iniziano a rispondere con maggiore convinzione, specie nei mercati maturi e infrastrutturati. Dall’altra, la transizione resta a diverse velocità, con Paesi come l’Italia che mostrano segnali positivi ma ancora incerti sul fronte delle elettriche pure.

Le stime per la seconda metà dell’anno saranno decisive. L’arrivo dei nuovi incentivi statali, i listini aggiornati dai costruttori e l’evoluzione dell’offerta in segmenti chiave come i SUV compatti e le citycar elettriche saranno elementi cruciali per capire se il 2025 sarà davvero l’anno del sorpasso elettrico anche in Italia, o se si dovrà attendere ancora.

Intanto, le grandi case automobilistiche osservano con attenzione questi movimenti: i dati ACEA offrono un quadro chiaro delle preferenze in evoluzione e segnalano quali mercati siano pronti per un’accelerazione definitiva. L’Italia, con il suo tessuto industriale, il suo mercato retail e la sua rete autostradale, può ancora recitare un ruolo da protagonista. A patto che alla spinta della domanda si affianchi un impegno strategico sul fronte delle infrastrutture, della semplificazione fiscale e dell’educazione alla mobilità sostenibile.

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