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Inflazione, Bce: “Attualmente intorno 2%, prospettive incerte”

L’inflazione si attesta attualmente intorno all’obiettivo del 2 per cento a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo. Nello scenario di base delle proiezioni macroeconomiche, formulate a giugno 2025 dagli esperti dell’Eurosistema per l’area dell’euro, l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2 per cento nel 2025, all’1,6 nel 2026 e al 2,0 nel 2027.

Rispetto alle proiezioni di marzo 2025, le revisioni al ribasso di 0,3 punti percentuali per il 2025 e il 2026 riflettono principalmente le ipotesi di prezzi dell’energia inferiori e di un rafforzamento dell’euro. Gli esperti si attendono che l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porti in media al 2,4 per cento nel 2025 e all’1,9 per cento nel 2026 e nel 2027, sostanzialmente invariata da marzo. Così la Bce nel Bollettino economico.

Le prospettive di inflazione nell’area dell’euro, si rileva in un altro passaggio, “sono più incerte del consueto, per effetto della volatilità dello scenario delle politiche commerciali a livello mondiale”. Quotazioni energetiche in diminuzione e un euro più forte potrebbero esercitare ulteriori pressioni al ribasso sull’inflazione, rileva la Bce, osservando che “questo effetto potrebbe rafforzarsi se dazi più elevati inducessero una minore domanda di esportazioni dell’area dell’euro e un reindirizzamento delle esportazioni verso l’area da parte di paesi con eccesso di capacità produttiva”.

Le tensioni commerciali potrebbero determinare maggiore volatilità e avversione al rischio nei mercati finanziari, gravando sulla domanda interna e riducendo quindi l’inflazione. Per contro, spiega ancora la Bce, la frammentazione delle catene di approvvigionamento mondiali potrebbe determinare un’ascesa dell’inflazione spingendo al rialzo i prezzi all’importazione e accrescendo i vincoli di capacità nell’economia interna. Anche un incremento della spesa per la difesa e le infrastrutture potrebbe far aumentare l’inflazione nel medio termine.

Inoltre “i fenomeni meteorologici estremi, e più in generale il dispiegarsi della crisi climatica, potrebbero far salire i prezzi dei beni alimentari oltre le aspettative”.

Pil, Bce: “Sostegno da difesa e infrastrutture, alta incertezza rischi da dazi”

Per quanto riguarda la crescita del pil in termini reali, secondo gli esperti si collocherebbe in media allo 0,9 per cento nel 2025, all’1,1 nel 2026 e all’1,3 nel 2027. La proiezione di crescita invariata per il 2025, afferma l’Eurotower, “riflette un andamento nel primo trimestre più vigoroso rispetto alle attese, associato a prospettive più deboli per il resto dell’anno.

Secondo le proiezioni, seppure l’incertezza relativa alle politiche commerciali graverebbe sugli investimenti delle imprese e sulle esportazioni, soprattutto nel breve termine, l’incremento degli investimenti pubblici in difesa e infrastrutture sosterrà sempre più la crescita nel medio periodo. L’aumento dei redditi reali e un mercato del lavoro robusto consentiranno alle famiglie di spendere di più. Insieme a condizioni di finanziamento più favorevoli, ciò dovrebbe aumentare la capacità di tenuta dell’economia agli shock mondiali”.

Tuttavia, si avverte, “in un contesto di elevata incertezza, gli esperti dell’Eurosistema hanno inoltre analizzato alcuni dei meccanismi attraverso cui politiche commerciali differenti potrebbero influire su crescita e inflazione, sulla base di scenari alternativi formulati a scopo illustrativo”.

In questa analisi di scenario, sottolinea la Bce “un ulteriore acuirsi delle tensioni commerciali nei prossimi mesi determinerebbe livelli di crescita e di inflazione inferiori a quelli dello scenario di base delle proiezioni. Al contrario, se le tensioni commerciali dovessero risolversi con esito favorevole, la crescita e, in misura minore, l’inflazione sarebbero superiori rispetto allo scenario di base”.

Inflazione, Bce: “Approccio tassi guidato da dati, nessun vincolo”

“Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2 per cento a medio termine. Soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da eccezionale incertezza, l’orientamento di politica monetaria adeguato sarà definito seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”. Così la Bce nel Bollettino economico.

“Le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria. Il Consiglio direttivo non intende vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”, si aggiunge.

Pil, Bce: “Rischi ribasso da dazi e guerre ma presupposti rafforzamento”

“Le prospettive per la crescita economica dell’area dell’euro sono offuscate dalle tensioni commerciali e dall’elevata incertezza a livello mondiale”. Così la Bce nel Bollettino economico, osservando che tuttavia nel complesso “permangono i presupposti per un rafforzamento della crescita del pil dell’area nell’orizzonte temporale di proiezione”.

Eventuali dazi più elevati dell’attuale 10% inciderebbero sulle esportazioni, sugli investimenti e, in misura minore, sui consumi dell’area dell’euro. Per contro, “i nuovi stanziamenti pubblici per infrastrutture e difesa, soprattutto in Germania, dovrebbero stimolare la domanda interna dell’area a partire dal 2026”, si legge.

“I rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso. Un ulteriore acuirsi delle tensioni commerciali su scala mondiale e le incertezze a queste associate potrebbero indebolire la crescita dell’area dell’euro frenando le esportazioni e comprimendo gli investimenti e i consumi”, si osserva ancora. “Un deterioramento del clima di fiducia nei mercati finanziari potrebbe determinare condizioni di finanziamento più stringenti e maggiore avversione al rischio, nonché ridurre la propensione di imprese e famiglie agli investimenti e ai consumi”, afferma la Bce.

Inoltre “le tensioni geopolitiche, come la guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente, rimangono fra le principali fonti di incertezza. Per contro, “un rapido allentamento delle tensioni commerciali e geopolitiche potrebbe migliorare il clima di fiducia e stimolare l’attività”, si legge. Inoltre “un ulteriore incremento della spesa per difesa e infrastrutture, insieme a riforme intese a migliorare la produttività, contribuirebbe inoltre alla crescita”, si rileva.

Bce, deficit/Pil salirà al 3,5% nel 2027. Debito/Pil al 90,3%

Il deficit/Pil dell’Eurozona nel 2024 è stato pari al 3,1 per cento del PIL, e dovrebbe rimanere invariato nel 2025, per poi aumentare in misura significativa nel 2027, portandosi al 3,5 per cento del PIL.

Nel Bollettino, la Bce sottolinea che “l’orientamento delle politiche di bilancio nell’area dell’euro dovrebbe risultare solo lievemente più restrittivo nel 2025, per poi evidenziare un sensibile allentamento nel 2026 e tornare a inasprirsi, in misura leggermente maggiore, nel 2027. L’allentamento previsto per il 2026 è principalmente dovuto agli investimenti e ai consumi pubblici, in parte connessi ai maggiori stanziamenti per difesa e infrastrutture, nonché alla minore imposizione diretta. L’inasprimento nel 2027 riflette principalmente l’ipotesi di una spesa pubblica più contenuta”.

Il rapporto tra debito pubblico e PIL dell’area dell’euro seguirebbe un andamento crescente, raggiungendo oltre il 90,3 per cento del Pil, spiega l’Eurotower, per effetto dei disavanzi primari e, in alcuni paesi, degli ingenti raccordi disavanzo-debito mentre attualmente undici paesi dell’area dell’euro hanno deciso di richiedere l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale prevista dal Patto di stabilità e crescita (PSC), al fine di agevolare le maggiori spese per la difesa.

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