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Mollicone (FdI): “Serve una visione etica e strategica dell’IA”. L’intervista
L’intelligenza artificiale si sta affermando come uno strumento chiave per rilanciare la competitività delle imprese italiane, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni. È quanto emerge dalla nuova ricerca presentata alla Camera dei Deputati durante l’evento “L’impresa dell’IA – Come le imprese italiane possono diventare più competitive grazie all’Intelligenza Artificiale”, promosso dall’Istituto per la Competitività (I-Com) in collaborazione con TeamSystem, su iniziativa di Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione Attività Produttive di Montecitorio e responsabile dell’Unità Fisco della Lega.
Lo studio mostra un quadro chiaro: se il 60% delle oltre 246.000 imprese italiane con più di 10 addetti adottasse almeno una tecnologia di IA entro il 2030, l’impatto economico potrebbe tradursi in ricavi aggiuntivi fino a 1.300 miliardi di euro. Tuttavia, persistono ancora ritardi strutturali e un divario molto marcato rispetto alla media europea, considerando che solo l’8,2% delle imprese italiane ha integrato l’IA nei propri processi, contro il 13,5% dell’UE.
Nel corso dell’incontro, tra i numerosi interventi istituzionali, abbiamo raccolto anche quello di Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Cultura, scienza e istruzione alla Camera, che ha illustrato le azioni messe in campo per integrare l’intelligenza artificiale nel sistema formativo e garantirne un uso etico, equilibrato e consapevole.
Mollicone, quali iniziative la Commissione sta considerando per integrare l’Intelligenza Artificiale nei programmi scolastici e universitari, al fine di preparare le nuove generazioni a queste sfide future?
Sì, innanzitutto il Parlamento, insieme al ministro Valditara e al ministro Bernini, ha avviato una riforma per quanto riguarda l’istruzione tecnica e professionale, con l’introduzione del modello “4+2”, in modo da allinearlo alle esigenze dell’industria 4.0. Con il ministro Bernini, inoltre, abbiamo intrapreso la riforma degli AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica), che non riguarda solo l’ambito artistico, ma include anche il design e la prototipazione. In generale, riteniamo strategico — e oggi voteremo anche una risoluzione di maggioranza a sostegno della ricerca italiana — lo sviluppo di attività legate all’intelligenza artificiale, soprattutto nella sua applicazione al tessuto produttivo delle piccole, medie e micro imprese. A livello europeo, l’adozione dell’IA ha già raggiunto il 13,5% del settore, mentre in Italia siamo ancora molto indietro. In questo senso, il governo sta intervenendo con un disegno di legge sull’intelligenza artificiale che prevede uno stanziamento di un miliardo di euro, posizionando l’Italia tra i Paesi di testa in Europa, accanto a Francia e Germania, per investimenti in questo ambito.
Onorevole, riguardo la protezione dei diritti fondamentali: in che modo il Parlamento intende affrontare la regolamentazione dell’IA per bilanciare innovazione e tutela dei diritti, come la privacy e la proprietà intellettuale?
La mia Commissione è stata la prima, già nella fase di approvazione del TUSMA (Testo Unico dei Servizi Media Audiovisivi), ad aver votato a favore dell’introduzione in Europa di allegati grafici contenenti watermark, una proposta poi adottata come orientamento a livello europeo. L’obiettivo è obbligare le piattaforme a marcare i propri contenuti — audio, video e audiovisivi — con watermark che indichino se il contenuto è stato generato da intelligenza artificiale, da intelligenza umana o da un sistema ibrido. Questo approccio è fondamentale: non siamo contrari all’IA o all’innovazione — non siamo “luddisti digitali” — ma riteniamo importante adottare una visione etica, in cui l’intelligenza artificiale sia integrata in modo consapevole con quella umana.
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