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Cinque anni. Tanto è bastato a Luca de Meo per prendere in mano un gruppo ferito e ridargli prospettiva, identità, solidità.
Oggi, con una punta di emozione ma senza retorica, il CEO saluta il Gruppo Renault. Non lo fa da sconfitto, ma da leader consapevole di avere chiuso un ciclo. “C’è un momento nella vita in cui si capisce che il lavoro è compiuto” ha detto. Le sue parole arrivano dritte, come il percorso intrapreso nel 2020: netto, a tratti coraggioso, certamente efficace. I risultati – come lui stesso ha sottolineato – sono i migliori della storia di Renault. E non sono solo numeri.
Come ha riportato il quotidiano francese Le Figaro, de Meo sarebbe ora in trattative avanzate per diventare amministratore delegato del gruppo del lusso Kering, che controlla marchi iconici come Gucci, Balenciaga e Yves Saint Laurent. Una prospettiva che, se confermata, segnerebbe il passaggio di un top manager dell’automotive a uno dei settori più sfidanti e simbolici del made in France.
De Meo ha portato a compimento un piano industriale che non era solo strategia, ma visione. Ha riorganizzato la struttura interna, rilanciato i marchi, innovato i prodotti. Ha ridato senso e direzione a una realtà che rischiava di perdere il passo nel nuovo corso dell’auto europea. Oggi, il Gruppo si presenta pronto per affrontare il futuro con una squadra solida, una gamma rinnovata e una direzione tracciata.
Il riconoscimento di Senard e l’orgoglio collettivo
A rimarcare il peso del suo contributo è stato Jean-Dominique Senard, presidente del Gruppo, che ha scelto parole cariche di stima: “Luca de Meo è un capitano d’industria eccezionale, ma anche una persona creativa, impegnata e appassionata. Tutta l’azienda lo ringrazia per questi anni e le sfide superate insieme”. Ma c’è di più: Senard ha voluto ricordare anche il legame personale maturato nel tempo, segno che la trasformazione Renault non è stata solo industriale, ma anche umana. Il merito, ha aggiunto, è condiviso con tutte le persone del Gruppo che hanno lavorato alla rinascita dell’azienda. Un tributo alla cultura del “noi”, che ha sempre contraddistinto l’approccio di de Meo.
Un futuro aperto e il testimone di un’eredità forte
L’uscita di scena arriva con il tono di chi non lascia vuoti. “Abbiamo una squadra forte e un piano strategico già pronto per la prossima generazione di prodotti” ha spiegato de Meo, lasciando intendere che l’impianto costruito ha basi solide e pensiero lungo. E nel suo congedo non manca un pensiero affettuoso a chi, in questi anni, ha creduto nella sua visione: “Sarò sempre grato ai ‘Renaulutionari’, i veri motori della trasformazione”.
Il prossimo passo per lui sarà in un altro settore, in nuove sfide. Ma Renault porterà il segno del suo passaggio: un’azienda trasformata, finalmente in equilibrio tra passato e futuro. Un Gruppo tornato a essere centrale nel panorama automobilistico europeo e internazionale.
Un addio che guarda avanti
Il congedo di Luca de Meo non è una fine, ma la chiusura di un capitolo ben scritto. E mentre la governance si prepara a scrivere la pagina successiva, la sua eredità sarà un punto di partenza e non un ricordo. La Renault del 2025, fatta di tecnologie, elettrificazione, design e concretezza, è figlia di una visione che ha avuto il coraggio di risalire controcorrente. E oggi, in un settore in trasformazione, avere lasciato un’impronta è forse il traguardo più alto per chi
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