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Groenlandia e Panama, il piano di Trump

Vivere troppo nei salotti fa male alla politica. La disaffezione verso la politica passa anche da qui. Se ne accorgerebbero se passassero più tempo fra la gente, nelle fabbriche, negli uffici, nelle piazze, con la voglia di ascoltare, non di pavoneggiarsi in passerelle, divenute, persino, pericolose perché manca mai che, forse, a qualcuno sputino addosso…

Anche la televisione certifica la sfiducia e il disinteresse del popolo italiano verso la politica. Giovedì 10 aprile, nella giornata scandita, freneticamente, eccessivamente fino all’isteria, dai commenti sulla visita di Giorgia Meloni a Donald Trump, una nuova puntata di “Che Dio ci aiuti” su Rai1 ha raggiunto 3,6 milioni di telespettatori, ossia il 20,9% di share. Tra film e sport lo share supera abbondantemente il 50%, che è, più o meno, la fascia di astensionismo che si registra alle elezioni.

C’è un dato interessante che dimostra l’esistenza di uno zoccolo duro, che si informa e segue i dibattiti politici. Su Rete4, “Dritto e Rovescio” ha totalizzato 1,165 milioni di spettatori e l’8,2% di share, mentre su La7 “PiazzaPulita” ha conquistato 951 mila spettatori ed il 6,7%. Del Debbio batte Formigli quasi sempre, come il gradimento di Meloni sconfigge, di non poco, quello di Schlein.

Negli USA, l’interesse è maggiore, soprattutto sui temi economici e sociali, che sono stati, oltre ai conflitti, gli argomenti trattati alla Casa Bianca. Chuck DeVore, vicepresidente della Texas Public Policy Foundation, eletto in California, è un tenente colonnello dell’esercito americano in pensione, autore del nuovo libro: “Crisis of the House Never United”. Ha scritto un editoriale su Fox News del 18 Aprile sulle attività della Cina nell’emisfero occidentale, che rappresentano una sfida diretta agli interessi degli Stati Uniti e alla sicurezza regionale.

“Perché il presidente Donald Trump e il suo team per la sicurezza nazionale si concentrano su Panama e Groenlandia?” – chiede il militare. Donald Trump è consapevole che le minacce moderne – il mercantilismo predatorio della Cina e il suo massiccio potenziamento militare, compresa la capacità di distruggere i nostri satelliti da ricognizione in orbita – richiedono un urgente rilancio della Dottrina Monroe, vecchia di 200 anni.

Mentre in Italia, la provinciale stampa mainstream sfotte con sufficienza questi interessi di Trump, ritenuti almeno “bizzarri”, c’è una spiegazione razionale e motivata, che, piaccia o non piaccia, è divenuta essenziale per ciò che il Presidente vuole fare. Non è impazzito, né un megalomane, ha un progetto.

La Dottrina Monroe, imperativo fondamentale per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, mira a escludere le potenze straniere dall’emisfero occidentale. “È fondamentale per proteggere gli Stati Uniti e i nostri vicini dalle malevole intenzioni della Cina” – sostiene DeVore.

Trump è consapevole che la Groenlandia e Panama non sono solo la chiave in un potenziale conflitto con la Cina, ma sono anche fondamentali per dissuadere la Cina dal conflitto.

“Durante la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda, prima dell’avvento della copertura satellitare aerea in tempo reale, l’America manteneva basi avanzate, dislocate in una serie di punti che andavano dalle Hawaii all’Alaska, dal Canada alla Groenlandia, da Porto Rico a Panama. Queste basi ospitavano risorse navali, postazioni di ascolto elettronico, radar di preallarme e aeroporti per aerei da pattugliamento. La presenza avanzata non solo proteggeva il cuore degli USA , ma serviva anche a sorvegliare le rotte marittime necessarie per il commercio e a supportare i nostri alleati in Europa e in Asia”.

Trump conosce bene il mutevole panorama geopolitico, con l’ascesa della Cina, che pone una nuova sfida al dominio degli Stati Uniti nell’emisfero occidentale e alla sicurezza della propria patria. Nel 2019, aveva già espresso interesse per l’acquisto della Groenlandia dalla Danimarca, citando le sue vaste risorse naturali e la posizione strategica nell’Artico. Questo è più rilevante che mai, con il Passaggio a Nord-Ovest sempre più accessibile, in parte grazie alla rapida crescita della flotta di rompighiaccio pesante di Russia e Cina.

Allo stesso modo, Trump e il Segretario alla Difesa Pete Hegseth stanno adottando misure significative per proteggere il Canale di Panama, con la piena collaborazione del governo panamense. Il Canale di Panama è un’arteria vitale per il commercio globale e la logistica militare. Ma nel 1997, poco prima che la Gran Bretagna cedesse Hong Kong alla Cina, Hutchison Whampoa, una società di spedizioni e logistica con sede a Hong Kong, acquistò la concessione che privatizzò le operazioni del Canale di Panama.

Quando, nel 2020, la Cina ha posto fine al modello “un Paese, due sistemi” con Hong Kong, ciò ha significato, a tutti gli effetti, che Hutchison Whampoa (ora nota come CK Hutchison) avrebbe dovuto obbedire al Partito Comunista Cinese. Questo ha aumentato notevolmente il rischio per il Canale di Panama, ed è per questo che l’azienda, reagendo alle pressioni di Panama e degli Stati Uniti, ha accettato di vendere le sue attività globali a una holding americana. La proposta di vendita è stata rapidamente minacciata dal Partito Comunista Cinese, che ha istituito una “revisione antitrust”.

Per maggior sicurezza, la Casa Bianca di Trump ha incaricato l’esercito americano di elaborare opzioni per aumentare la presenza di truppe a Panama, al fine di garantire un accesso “senza restrizioni” al canale, riflettendo le preoccupazioni circa le continue minacce cinesi al funzionamento del canale.

Importanza strategica in un conflitto con la Cina

“L’importanza strategica della Groenlandia e di Panama è accentuata nel contesto di un potenziale conflitto con la Cina, soprattutto se la vasta rete americana di satelliti da ricognizione e di allerta precoce per missili nucleari venisse distrutta dalla Cina nel suo attacco iniziale. La guerra moderna si basa in larga misura sulla tecnologia satellitare per la comunicazione, la navigazione e la raccolta di informazioni.

Se queste risorse venissero compromesse, gli Stati Uniti dovrebbero affidarsi a metodi tradizionali, come aerei da pattugliamento a lungo raggio e navi militari, operanti da basi avanzate. La Groenlandia, con i suoi aeroporti e porti, offre una posizione ideale per organizzare operazioni nell’Artico, impiegando mezzi come il P-8 Poseidon per monitorare l’attività sottomarina e proteggere le rotte marittime. Nel frattempo, il Canale di Panama garantisce il rapido dispiegamento delle forze navali tra l’Oceano Atlantico e quello Pacifico, mantenendo flessibilità nelle operazioni militari”.

La sfida più ampia

Le attività della Cina nell’emisfero occidentale, come i progetti infrastrutturali della Belt and Road Initiative – alcuni dei quali fungono da porti di rifornimento per la sua marina, rappresentano una sfida diretta agli interessi e alla sicurezza regionale degli Stati Uniti.

“Oltre alla presenza ostile del rappresentante dell’Iran, Hezbollah, e di regimi ostili come il Venezuela di Maduro, la squadra di Trump ha il compito arduo di recuperare decenni di abbandono nell’emisfero occidentale”, conclude Fox News. E’ possibile che se vi fosse maggiore informazione di contenuto, non mediato dalla faziosità politica, gli italiani stanchi delle solite manfrine da propaganda anni ’70, potrebbero tornare a interessarsi di politica e geopolitica in questo momento cruciale, senza affidarsi solo a “Che Dio ci aiuti”…

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