Rinnovo Patente? Facile ed Economico

image

Meta, il Grande Fratello gentile. Il commento 

Ci voleva l’Europa – quella stessa Europa che da sempre mette lacci e lacciuoli alla corsa delle big tech – per far sentire, almeno per un attimo, il peso della privacy sul tavolo della Silicon Valley. Ma alla fine, come spesso accade, è passato il principio che basta un modulo online per lavarsene la coscienza. Meta — sì, quella Meta che un tempo si chiamava Facebook e che nel frattempo si è comprata pure le nostre vite via Instagram e WhatsApp — ha annunciato che inizierà ad allenare i propri modelli di intelligenza artificiale anche sui contenuti degli utenti europei. Attenzione: contenuti pubblici. Come se scrivere qualcosa sulla bacheca fosse implicitamente autorizzare un algoritmo a copiarne stile, tono, linguaggio, ironia, emozione.

Un mondo migliore… per chi?

La retorica, va da sé, è quella della tecnologia buona. «Lo facciamo per comprendere meglio le culture europee», spiegano dal quartier generale di Menlo Park, con quella consueta flemma da multinazionale dal cuore grande e dalle mani lunghissime. Tradotto: l’AI di Meta non parla abbastanza bene italiano, spagnolo o francese. Non conosce i meme di provincia, i modi di dire del Sud, le battute dei bar di Milano o i tormentoni dei trentenni romani. Soluzione? Prendere quello che scriviamo, come lo scriviamo, e darlo in pasto ai server.
Certo, puoi opporti. Ma la domanda è sempre la stessa: quanti lo faranno davvero? Quanti cliccheranno su quel link minuscolo sepolto nelle impostazioni? Quanti si preoccuperanno di un futuro in cui le nostre espressioni, i nostri pensieri e i nostri errori diventeranno il carburante di un’intelligenza che domani ci venderà pubblicità sempre più precise e contenuti sempre più nostri, senza che ce ne accorgiamo?

Il paradosso di Meta

Meta, per completare l’opera, si dice pure “dispiaciuta” che ci sia voluto quasi un anno per ottenere l’ok dei garanti della privacy europei. Come a dire: peccato, potevamo spiarvi meglio e prima. È la nuova frontiera del capitalismo digitale: non ti rubano i dati. Sei tu che glieli regali. Il problema non è nemmeno l’intelligenza artificiale in sé. È l’enorme, gigantesca, colossale asimmetria di potere tra chi scrive un post su Facebook e chi possiede Facebook. Tra chi fa una storia su Instagram e chi, con quella storia, ci costruisce un modello linguistico che domani magari scriverà un libro, un messaggio d’amore o una pubblicità perfetta. E allora viene da chiederselo, come sempre, guardando questo mondo che corre veloce e lascia indietro le regole, i principi, perfino il buon senso: siamo davvero noi a usare Meta? O è Meta che sta usando noi?

Rinnovo Patente? Facile ed Economico

Questo articolo è stato pubblicato in origine su questo sito internet