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A Bruxelles e nelle principali cancellerie europee sanno perfettamente che Meloni andrà da Trump non per trattare singolarmente come leader dell’Italia ma per dialogare come rappresentante del Vecchio Continente
Ovviamente a Palazzo Chigi e ai massimi vertici di Fratelli d’Italia nessuno si spinge ad affermare che lo stop ai dazi Usa per 90 giorni deciso da Donald Trump sia merito di Giorgia Meloni e del suo imminente viaggio a Washington. Ma fonti ai massimi livelli del partito di maggioranza relativa fanno notare come la presidente del Consiglio sarà la prima leader europea a incontrare il tycoon dopo l’inaspettato passo indietro sulle tariffe, che ha portato l’Unione europea a sospendere le contro-misure nei confronti dell’America.
Il 17 aprile è una data chiave a questo punto e a Bruxelles e nelle principali cancellerie europee sanno perfettamente che Meloni andrà da Trump non per trattare singolarmente come leader dell’Italia (solo una estrema ratio in caso o di nuova escalation) ma per dialogare come rappresentante del Vecchio Continente per arrivare all’obiettivo condiviso dalla premier e dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen degli zero dazi tra le due sponde dell’Atlantico.
L’incidente di ieri con la Francia, dopo le improvvise dichiarazioni del ministro dell’Industria di Parigi, è rientrato con la precisazione dell’Eliseo. Meloni andrà alla Casa Bianca giovedì prossimo per rappresentare le istanze e le esigenze dell’Unione europea e non dell’Italia. Su questo le fonti di Fratelli d’Italia sono chiarissime. La premier non va negli States per dividere l’Europa ma per agevolare il confronto e la trattativa tra Nuovo e Vecchio Continente.
Ovviamente non sarà facile e la trattativa sarà lunga per capire come “sistemare” la bilancia commerciale che oggettivamente fino ad oggi è a favore dell’Europa nei confronti degli Usa. Ma il punto chiave è geopolitico, come dimostra la guerra commerciale di Trump contro Pechino. Quello che il presidente americano vuole capire dall’Ue, e anche da Meloni, è se Bruxelles ha intenzione di continuare a stare con la Cina e farsi invadere da prodotti a basso costo del gigante asiatico o se intende rinnovare un nuovo patto occidentale e atlantico tra Washington e Bruxelles in chiave anti-Pechino.
L’Italia, spiegano fonti di Fratelli d’Italia (ma anche Lega e Forza Italia concordano su questo punto), sa bene da che parte stare. Con l’America di Trump e non certo con il presidente cinese Xi. Ma, evidenziano dalla maggioranza, probabilmente qualcuno a Bruxelles (e soprattutto a Parigi) non ha ancora capito bene la partita in gioco e da che parte bisogna schierarsi in questa delicatissima fase storica.
In definitiva il viaggio di Meloni del 17 aprile negli Usa, condiviso e concordato con le istituzioni Ue, servirà a semplificare il dialogo Usa-Europa. Sia chiaro che Trump vorrà una posizione chiara e netta da Bruxelles: con o contro la Cina. Il governo italiano sa da che parte stare, ma gli altri Paesi europei che cosa faranno?
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