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Vincenzo De Luca non potrà correre per il terzo mandato come presidente della Regione Campania. Gli scenari

La Consulta ha emesso il suo verdetto e, accogliendo il ricorso del governo, ha dichiarato incostituzionale la legge della Regione Campania che consente al presidente della Giunta regionale uscente che ha già svolto due mandati consecutivi di candidarsi per un terzo. Vincenzo De Luca non potrà correre per il terzo mandato come presidente della Regione Campania. Sarà ora interessante capire quale ruolo possa avere questa notizia per una segretaria del Pd, la cui leadership è da settimane è messa sotto pressione sia all’interno del partito che all’esterno. È noto come tra De Luca e la segretaria del Pd non sia mai corso buon sangue, per usare un eufemismo, e quindi in teoria si dovrebbe trattare di una buona notizia per la segretaria e per il Pd. La segretaria sul punto era sempre stata ferma, nel ribadire che l’ipotesi terzo mandato non era assolutamente percorribile, e per questo motivo si era attirata gli strali del vulcanico presidente della Campania.

Problema e polemica finita? Come spesso accade in politica, come nella vita, le cose non sono sempre così lineari. Figuriamoci poi quando si parla di Pd. De Luca è personaggio scomodo ma ha consenso, clientele ed appoggi in Campania  ancora fortissimi, ed ha anche sponde importanti nel partito nazionale, come per esempio Dario Franceschini, che non a caso, alle elezioni del 2022 è stato eletto proprio nel collegio Campania 1, quello di Napoli. Ma il grosso del Partito Democratico  aveva voltato le spalle allo “sceriffo” di Salerno, tant’è che a caldo Antonio Misiani, commissario del Partito Democratico in Campania parla di: «aprire tutti insieme, anche con chi ha guidato la Regione in questi anni una pagina nuova», ribadendo come l’obiettivo sia “la costruzione di una coalizione progressista che unisca tutte le forze politiche e civiche alternative alla destra, sul modello dell’alleanza che nel 2021 ha portato alla vittoria a Napoli e sulla base della condivisione di un programma di governo per la Campania”. Insomma, il partito ha il timore nemmeno troppo velato che De Luca possa rappresentare la classica scheggia impazzita sulle prossime elezioni regionali.

Già, perché il pronunciamento della Corte mette la parola fine anche tecnicamente ad una nuova candidatura e apre un nuovo capitolo, che rende però la regione contendibile, perché trovare un uomo dal carisma, e dal seguito dell’attuale presidente, all’interno del Pd, non è certo cosa facile. Da tempo, dicono alcune fonti del Pd, ci sarebbe un sotterraneo movimento nel centrosinistra che spinge sulla candidatura di Roberto Fico, ex presidente della Camera dei deputati, tra i fondatori del Movimento Cinque Stelle, con l’obiettivo del solito “campo largo” nel centrosinistra. E qui paradossalmente potrebbero cominciare i guai per la segretaria, che sente sempre più il fiato sul collo del leader dei cinque stelle, Giuseppe Conte, che ambisce da tempo a rubare la scena e la leadership proprio alla Schlein.

“La Schlein non deve fare l’errore di sottovalutare la sete di vendetta che animerà sicuramente De Luca, che potrebbe portarlo anche a fare di tutto per fare lo sgambetto al suo partito in Campania, cosa che certamente farebbe pesantemente traballare la poltrona della segretaria. E la cosa potrebbe essere fatta anche con l’appoggio di buona parte dei riformisti, che ormai non si sentono più rappresentati da lei e pur di sbarazzarsene sacrificherebbe volentieri anche la Campania” dice sottovoce una gola profonda del partito tra i corridoi di Montecitorio. In poche parole, si tratta del classico ennesimo grattacapo per la segretaria, come se non bastassero già i fronti aperti sulla politica estera e sul riarmo europeo, che tanti malumori stanno creando all’interno della corrente riformista. Dare il via libera ad un candidato di Conte sarebbe visto come l’ennesimo tradimento da parte di buona parte del partito, che mal sopporta le spinte in avanti di Conte e il suo atteggiamento ambiguo e critico verso il partito. Candidare Fico potrebbe avere effetti disastrosi sia per lei che per la coalizione in caso di sconfitta, ma anche la vittoria potrebbe fungere come un trampolino di lancio per le ambizioni Conte verso la leadership del cosiddetto campo largo.

Insomma, una sfida a somma zero per lei e per il partito. La soluzione allora sarebbe, secondo alcuni, di trattare con De Luca, magari promuovendo il suo amato figlio nel gruppo a Montecitorio, per arrivare ad una tregua che permetta alla segretaria di scegliere un uomo che possa soddisfare il partito e che non attiri l’ostilità del viceré di Salerno. Un nome sarebbe stato già fatto e sembra essere quello del capogruppo in regione Mario Casillo, una lunga esperienza maturata in Consiglio, sempre al top per le preferenze ottenute alle elezioni regionali, alle ultime elezioni ne ha prese ben 42.000 solo a Napoli, malgrado qualche tensione nelle ultime settimane, non sarebbe troppo sgradito allo “sceriffo”. Ecco che al Nazareno cercano di prendere tempo per a trovare al più presto una quadra, perché la Campania potrebbe essere un crocevia fondamentale sia per la segretaria del Pd e sia per il futuro delle sue aspirazioni a creare una alternativa credibile al centro destra.

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