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Omicidio Garlasco, il fratello di Chiara continua a scagionare l’amico Andrea Sempio
Si è riaperto il caso sull’omicidio di Chiara Poggi avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. Per quel delitto era stato condannato in via definitiva a 16 anni il fidanzato della vittima Alberto Stasi, ma ora con le tracce di Dna appartenenti per l’accusa all’amico del fratello di Chiara, Andrea Sempio, cambia tutto. Ieri, il 37enne che è stato iscritto nel registro degli indagati, si è recato in Procura proprio per rifare il test del Dna e si è detto “tranquillo“, mentre il suo legale ha parlato di “macchinazione“. “Non si è sottoposto volontariamente al test — ha detto il legale di Sempio e lo riporta Il Corriere della Sera — perché volevamo un’ordinanza del gip, una persona terza. Non c’era nessun rapporto con Chiara, aveva chiamato casa Poggi per cercare il suo amico”. Ma davvero non sapeva che Marco Poggi fosse partito? “Evidentemente no“, ha detto il suo avvocato.
C’è anche la firma del superconsulente del caso Yara Gambirasio, Carlo Previderé, nelle analisi del Dna che hanno portato la Procura di Pavia a riaprire le indagini sul 37enne Andrea Sempio: “Quel Dna sul corpo di Chiara è suo“. Chi invece continua a credere nella non colpevolezza di Sempio è il fratello della vittima, Marco Poggi. “Andrea l’ho conosciuto alle medie, eravamo in classe insieme e lì siamo diventati amici. Ci frequentiamo tutt’ora“. Aveva 19 anni quando sua sorella venne uccisa. Gli stessi del grande amico Andrea Sempio, oggi accusato di omicidio nelle nuove indagini dei pm di Pavia.
In sostanza secondo i magistrati di allora l’eventuale (perché si decise di non analizzarlo) Dna di Sempio – prosegue Il Corriere – sarebbe potuto arrivare alle unghie della vittima anche per “contatto” con la tastiera del pc della ragazza che veniva utilizzato dal fratello Marco e dagli amici per giocare. Una circostanza che le nuove indagini però vogliono approfondire perché il pc di Chiara — secondo la perizia del 2009 del Tribunale di Vigevano — sarebbe stato spento dal 10 agosto, tre giorni prima del delitto. Mentre Marco Poggi era partito per il Trentino con i genitori il 5 agosto. Quindi, in sostanza, Sempio potrebbe aver frequentato la casa solo fino al 4 agosto, nove giorni prima della morte di Chiara. “A volte – dice Marco Poggi – uscivamo, a volte stavamo a casa di amici, a volte soprattutto durante la settimana, di pomeriggio, veniva a casa mia. Preciso che nel pomeriggio Chiara non era mai in casa perché ha iniziato a lavorare a gennaio del 2006″.
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