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“Bannon oggi è una figura marginale nel mondo trumpiano, non a caso non è stato nominato in alcun ruolo”

Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia a Bruxelles e vicepresidente dei Conservatori europei, ha guidato la delegazione meloniana al CPAC di Washington. “Un appuntamento fisso a cui partecipiamo da anni, non potevamo mancare a maggior ragione oggi dopo la vittoria di Trump”, afferma lo stesso Fidanza intervistato da Affaritaliani.it.

Una sintonia sempre più forte tra i conservatori delle due sponde dell’oceano…
“Ognuno ha le sue sensibilità ma c’è un perimetro comune che ieri Giorgia Meloni ha definito in modo perfetto: “Difendiamo la libertà, amiamo le nostre Nazioni, vogliamo rendere sicuri i confini, preserviamo i lavoratori e i cittadini dall’ambientalismo folle di sinistra, difendiamo la famiglia e la vita, combattiamo contro il wokismo, proteggiamo il nostro sacro diritto alla fede e la libertà di parola. Ci battiamo per il buon senso“.

Eppure Meloni nel suo intervento non ha lesinato qualche frecciatina a Trump su Ucraina e dazi…
“Le sinistre, che evidentemente ancora non la conoscono, si aspettavano che in omaggio a Trump rinunciasse a sostenere l’Ucraina o a difendere il nostro interesse nazionale sui dazi e, come sempre, si sbagliavano. Le sinistre e un certo mainstream europeo godono nell’attaccare Trump perché è un “amerikano” e “di destra”, non capiscono che è esattamente questa loro spocchia insopportabile ad allontanarlo dall’Europa. E il giorno che si dovesse compiere questo disastro, precisamente che cosa faremmo? Giorgia è una leader, avverte questo rischio e lavora tutti i giorni per evitare che le due sponde dell’Atlantico si allontanino”. 

Eppure Trump sembra non volerne sapere di abbassare i toni con Zelensky…
“Trump va ovviamente preso sul serio ma non alla lettera. È un abile negoziatore e ogni giorno, ogni ora, calibra i toni in base allo stato della trattativa. Ieri al Cpac ad esempio non ha più insultato Zelensky ma ha spiegato la ratio dell’accordo sulle terre rare (cioè recuperare i circa 300 miliardi versati da Biden a Kiev), una volta firmato il quale chiuderà la guerra. Noi europei abbiamo un’altra prospettiva perché abbiamo la guerra alle porte di casa, ma le assicuro che dalla prospettiva americana è un discorso molto concreto e comprensibile. Bisogna sempre tenere conto della prospettiva degli altri… e Trump è stato eletto dagli americani, non da Macron e Scholz, che anzi gli hanno fatto apertamente campagna contro”. 

Nemmeno i dazi la preoccupano? 
“I dazi ci sono sempre stati, mica se li è inventati Trump. Pochi mesi fa Biden e l’Ue cosa hanno fatto sulle auto cinesi? Dazi! E sa quanti dazi applica ogni giorno l’Unione europea? Trump è più muscolare e rivendica una strategia politica nell’uso dei dazi, come si è visto con Messico e Canada. E allora bisogna sedersi al tavolo e negoziare, anche duramente, senza allarmismi e nel frattempo smantellando quei “dazi interni” che ci siamo auto-imposti in Europa. Per molti settori parliamo di un potenziale impatto di pochi miliardi, che si recupererebbero facilmente eliminando barriere interne, burocrazia e norme cervellotiche green che impediscono alle nostre imprese di competere. Ma per la sinistra guai a toccarle, più facile prendersela con Trump”.

Fidanza, non posso non chiederle di Bannon e del saluto nazista… 
“Guardi, intanto diciamo una volta per tutte che Bannon oggi è una figura marginale nel mondo trumpiano, non a caso non è stato nominato in alcun ruolo. Questo vorrà pur dire qualcosa. Al netto di questo, sarà che ci sono passato anche personalmente e so quanto una certa macchina del fango della sinistra possa manipolare la realtà, ho trovato questa polemica sul presunto saluto nazista davvero surreale. Ormai siamo al “Var da comizio”, si misura l’inclinazione di un braccio per gridare al pericolo nazista. Bannon salutava a destra e a manca incitando la platea, nessuna apologia. E chi conosce il CPAC sa quanto forte sia il suo sostegno a Israele e alla causa ebraica: basterebbe vederne il programma, il tenore degli interventi e i tantissimi partecipanti di religione ebraica. Ed è esattamente questo il motivo per cui Giorgia Meloni, che il CPAC lo conosce bene, non è caduta nella trappola delle sinistre e ha confermato il suo intervento”. 

Finito con una standing ovation…
“Meritatissima. È stata coraggiosa a resistere alle pressioni dopo la vicenda Bannon, ha fatto un appello alla riscossa orgogliosa dell’Occidente e all’unità tra Europa e America, su Ucraina e dazi ha dimostrato che amicizia non è sudditanza. Da italiano sono fiero di avere una premier così”.

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