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Fumata bianca  per l’elezione dei quattro giudici della Consulta. Dopo le ultime trattative la quadra tra i partiti si è trovata attorno ai nomi di Francesco Saverio Marini, Roberto Cassinelli, Massimo Luciani, Alessandra Sandulli. Le votazioni – per l’elezione occorrono sempre i 3/5 dei componenti – sono iniziate alle 9.30. Dalle 9 è invece in corso una riunione congiunta dei gruppi parlamentari del Pd presso la Sala Berlinguer. 

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha inviato, a nome proprio e del Governo, un messaggio di auguri ai nuovi giudici della Corte Costituzionale, Roberto Cassinelli, Massimo Luciani, Francesco Saverio Marini e Maria Alessandra Sandulli. Il Presidente Meloni – si legge in una nota – ha espresso la propria soddisfazione per l’ampio accordo raggiunto tra le forze parlamentari, che ha consentito la contestuale elezione dei quattro componenti e la ricostituzione del plenum della Consulta.

“Bene il voto di oggi sulla Corte Costituzionale. Facciamo i migliori auguri di buon lavoro ai nuovi giudici che sono sati eletti. L’accordo ha tenuto con grande compattezza, sia dell’opposizione che della maggioranza, molto bene, c’è molta soddisfazione”. Lo dice la segretaria del Pd Elly Schlein.

ll video della votazione 

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I ritratti dei quattro giudici. Chi è Marini, da palazzo Chigi alla Corte Costituzionale

Francesco Saverio Marini, nato a Roma nel 1973 (52 anni), è il costituzionalista indicato da FdI ed eletto alla Consulta, apertamente “cattolico e di centrodestra”, come lui stesso si è definito, è stato scelto dalla premier Giorgia Meloni come consigliere giuridico a Palazzo Chigi, incarico svolto a titolo gratuito e che annovera la consulenza sulla riforma del premierato. Marini, figlio del giurista Annibale Marini che è stato presidente della Consulta e ritenuto vicino a Silvio Berlusconi, è docente di Istituzioni di diritto pubblico all’ Università di Tor Vergata, ateneo romano del quale è anche pro-rettore.

Svolge anche la libera professione di avvocato amministrativista con avviatissimo studio ai Parioli, solida clientela di grandi imprese, Regioni e pubbliche amministrazioni, partiti politici, Comuni e municipalizzate. Marini, considerato il padre del premierato, è abituato fin da giovanissimo alla frequentazione dei ‘palazzi romani’ dove ha ricoperto molti incarichi.

È stato, ad esempio, capo della Segreteria tecnica del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Antonio Catricalà’ , consigliere all’ Autorità antitrust, e anche vicepresidente del Consiglio di Presidenza della Corte dei Conti. Tra gli altri incarichi istituzionali affidati a Marini, nel corso degli anni, figurano quello di coordinatore della Commissione per Roma Capitale del Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie.. 

Chi è Luciani, il presidente dei costituzionalisti Carriera universitaria a Roma, Napoli, Pavia e Perugia

Massimo Luciani, nato a Roma nel 1952 (73 anni), è il costituzionalista di area dem, indicato dal Pd, eletto giudice alla Consulta dal Parlamento, nel suo curriculum ha anche il titolo di accademico dei Lincei. E’ professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma, ‘La Sapienza’. È stato presidente dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti per il triennio 2015-2018, e ha ricevuto il ‘Premio Sandulli’ nel 2017.

E’ avvocato, del Foro di Roma, ed esercita attività professionale, in particolare nei settori del diritto costituzionale, del diritto regionale, del diritto amministrativo, del diritto previdenziale delle categorie libero-professionali. Si è laureato nel 1975 presso l’Università degli Studi di Roma, con una tesi in diritto costituzionale. Ha iniziato l’attività didattica e di ricerca presso la Facoltà di Giurisprudenza de ‘La Sapienza’. Dopo aver svolto il servizio militare di leva, è tornato all’attività di ricerca.

Dal 1979 al 1985 è stato assistente ordinario presso l’Istituto universitario navale di Napoli, Facoltà di Economia marittima, Cattedra di Istituzioni di diritto pubblico. Nel 1985 ha anche prestato servizio come assistente di studio presso la Corte costituzionale. Dal 16 novembre 1985 al 31 ottobre 1987 ha prestato servizio come professore associato di Diritto costituzionale italiano e comparato presso l’Università degli Studi di Perugia. Dal 2 luglio 1987 al 31 ottobre 1990 ha prestato servizio come professore straordinario di diritto costituzionale presso l’Università degli Studi di Pavia.

Chi è Sandulli, la carriera tra ateneo e libera professione

Nata a Napoli nel 1956, Alessandra Maria Sandulli (68 anni) è professore Ordinario di Diritto Amministrativo, è titolare degli insegnamenti Diritto Amministrativo e Giustizia amministrativa presso l’Università degli Studi Roma Tre. Presso la medesima Università, dal 2017 al 2020 ha anche svolto l’insegnamento di Diritto Sanitario. Suo padre Aldo, giurista illustre di diritto amministrativo, è stato presidente della Corte Costituzionale. Sua cognata. Gabriella Palmieri Sandulli, avvocata dello Stato, era uno dei nomi circolati e in lizza per la Consulta. Quello di Sandulli è considerato il ‘nome tecnico’ sul quale è stato trovato l’accordo.

A novembre 2014 era stato Matteo Renzi a proporla come giudice per la Consulta in quota azzurra: a far discutere, allora, fu il fatto che Sandulli nel 2005 condivise l’appello dei giuristi ‘Salviamo la Costituzione’ contro la riforma della giustizia di Berlusconi.

Avvocata cassazionista dal 1985, Sandulli è titolare di un proprio studio legale nel centro di Roma, specializzato in diritto amministrativo e correlate questioni di diritto costituzionale ed europeo, con particolare riguardo all’edilizia, ai lavori pubblici, alla contrattualistica pubblica, ai servizi pubblici (su tutti energia e trasporti), alla tutela della concorrenza, alla sanità e all’ambiente, nonché, in generale – come si legge sul sito dello studio – alle questioni relative alle sanzioni amministrative e alle problematiche dell’attività e della giustizia amministrativa.

Chi è Cassinelli, avvocato e parlamentare pro-blog

Roberto Cassinelli, avvocato 69enne genovese, indicato da Forza Italia, è stato già deputato e senatore azzurro con Silvio Berlusconi in quota FI. Alle elezioni politiche del 2013 è candidato al Senato della Repubblica, in Liguria, nelle liste del Popolo della Libertà e risulta il primo dei non eletti. Il 20 aprile 2017, in seguito alle dimissioni di Augusto Minzolini dalla carica di parlamentare, gli subentra e viene proclamato senatore per la parte residua della XVII Legislatura.

Da subito membro della Commissione Affari Esteri, dal 16 maggio fa parte della Commissione Affari Costituzionali. Alle elezioni politiche del 2008 era stato eletto alla Camera dei Deputati, nella circoscrizione Liguria, nelle liste del Popolo della Libertà, nella XVI Legislatura. Alla Camera dei Deputati è stato membro della Commissione permanente Giustizia, segretario della Giunta per le autorizzazioni e del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa. La sua attività parlamentare si è concentrata prevalentemente sui temi della giustizia, delle libere professioni e del diritto delle nuove tecnologie. In particolare, ha dato vita a numerose iniziative parlamentari a difesa della libertà di espressione in rete.

È stato primo firmatario e relatore della riforma dell’ordinamento forense. Nella XVII legislatura presenta una mozione sull’ipotesi di rimozione delle statue di Cristoforo Colombo. Alle elezioni politiche anticipate del 25 settembre 2022 viene candidato per la Camera dei deputati nel collegio plurinominale della Liguria in seconda posizione dietro a Rita dalla Chiesa, ma non viene rieletto.

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