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Mutui prima casa under 30: incentivo ai matrimoni o discriminazione sociale?

La proposta di riservare i mutui agevolati per la prima casa ai giovani under 30 che “hanno un progetto di vita finalizzato al matrimonio” ha sollevato non poche polemiche. Una scelta che, almeno nelle intenzioni, punta a rilanciare matrimoni e natalità, ma che rischia di penalizzare una fetta consistente di giovani che non può, o non vuole sposarsi.

L’emendamento proposto da Forza Italia alla Manovra ridefinisce i criteri di accesso al Fondo di garanzia per i mutui sulla prima casa. Le coppie giovani restano beneficiarie ma devono avere meno di 30 anni e un progetto di matrimonio. Attualmente, la garanzia copre il 50% della quota capitale del mutuo ed è riservata a tutti gli under 36, alle giovani coppie conviventi da almeno due anni, alle famiglie monoparentali e ai nuclei con figli minorenni.

In un’Italia dove i giovani faticano a raggiungere l’indipendenza economica, legare un’agevolazione così importante come quella per i mutui al vincolo matrimoniale appare quantomeno problematico. Il matrimonio, oggi, non è più considerato un passaggio obbligato, ma una scelta personale e spesso subordinata a considerazioni pratiche ed economiche. Chi sceglie la convivenza o semplicemente non può permetterselo rischia quindi di essere tagliato fuori. D’altronde non è un segreto che sposarsi, tra burocrazia e costi, non sia per tutti.

Limitare il diritto di accesso ai mutui a chi si allinea a un modello familiare tradizionale è una misura che sa di discriminazione: si premiano alcuni, si escludono altri, senza tener conto che anche le coppie non sposate possono avere progetti di vita solidi e duraturi. Ma oltre a tagliare fuori le coppie conviventi, “scarta” anche coloro che non rientrano nel modello “tipico” di coppia. Giovani single, persone in relazioni informali o chi semplicemente non crede nel matrimonio.

Inoltre, cosa non affatto scontata: sposarsi costa. Dalle spese per la cerimonia a quelle burocratiche, il matrimonio è un impegno economico che molti giovani non possono permettersi. Pretendere che si accollino anche questa spesa per ottenere un mutuo agevolato rischia di trasformare l’incentivo in una vera  e propri barriera. Insomma, la proposta di Forza Italia appare miope e potenzialmente controproducente e potrebbe, paradossalmente, ottenere l’effetto opposto a quello desiderato. Piuttosto che incentivare i matrimoni, genererebbe un senso di esclusione tra i giovani, rafforzando il divario tra chi rientra nei modelli tradizionali e chi ne resta fuori. In un’Italia dove già si fatica a trovare lavoro stabile e accesso al credito, non serve imporre modelli, ma creare opportunità per tutti.

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