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Fisco, le regole da seguire per la rottamazione quater delle cartelle esattoriali

Il governo Meloni, attraverso la pubblicazione del decreto Milleproroghe sulla Gazzetta ufficiale, ha dato il via libera alla rottamazione quater delle cartelle fiscali. Il provvedimento riguarda la riammissione dei contribuenti che – riporta La Repubblica – non risultano in regola con i versamenti delle rate in scadenza fino al 31 dicembre 2024. Chi vorrà essere ammesso alla definizione agevolata dei debiti dovrà compilare un modulo online entro il 30 aprile. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione farà partire la campagna di adesione per i contribuenti che vorranno essere riammessi, già nei prossimi giorni. Il Milleproroghe dà la possibilità di rientrare nella rottamazione quater ai contribuenti che, al 31 dicembre 2024, sono decaduti perché non hanno pagato oppure l’hanno fatto in ritardo. Rientrano, quindi, solo i debiti, già oggetto di un piano di pagamento, per i quali non sono state versate una o più rate del piano agevolato.

L’opzione è riservata anche a chi ha pagato almeno una rata in ritardo rispetto al termine previsto, cioè dopo i 5 giorni di tolleranza, o ha versato al Fisco un importo inferiore rispetto a quello dovuto. Nella domanda il contribuente dovrà indicare, oltre ai debiti per i quali ricorrono le condizioni della riammissione, anche le modalità con le quali effettuerà il pagamento di quanto dovuto. Non cambia nulla – riporta La Repubblica – per la rata in scadenza il 28 febbraio (il termine effettivo è posticipato al 5 marzo considerando i cinque giorni di tolleranza previsti dalla legge).

“Per i debiti per i quali i relativi piani di pagamento risultano in regola con i versamenti delle rate in scadenza fino al 31 dicembre 2024, si dovrà invece proseguire con il piano di pagamento già in corso e pertanto, versare la prossima rata in scadenza il 28 febbraio (5 marzo considerando i cinque giorni di tolleranza previsti dalla legge) e proseguire i successivi versamenti secondo le scadenze previste dal piano già in loro possesso, al fine di mantenere i benefici della definizione agevolata”, informa l’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

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