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Andiamo alla scoperta di un altro straordinario luogo dell’isola d’Elba, il Romitorio di San Cerbone, particolare architettura che ci racconta la storia di un interessante personaggio del passato. Il Romitorio di San Cerbone si trova alle pendici del Monte Capanne, a 530 metri sul livello del mare, esattamente in una posizione di dominio sui due paesi di Marciana e Poggio.

Come raggiungerlo

Il Romitorio di San Cerbone dista 2 km da Poggio. Per arrivare, si possono percorrere in auto i primi 500 metri, poi circa all’altezza della Fonte di Napoleone si deve continuare a piedi per altri 1500 m, una strada facile da percorrere ma che presenta una salita con circa 200m di dislivello. Il sentiero di riferimento è il n° 101 tra Poggio e Marciana che porta su questo pianoro dove è possibile visitare appunto il Romitorio.

Un luogo di culto considerato il più antico di tutta l’Elba, visitato da moltissime persone. La storia ci racconta del vescovo di Populonia che fuggì verso l’isola d’Elba per salvarsi dalle persecuzioni dalle popolazioni barbariche.

Di lui parla Papa San Gregorio Magno nei suoi Dialoghi, definendolo “uomo di vita venerabile, che dette grandi prove di santità”.

La più celebre di queste prove la dette quando Totila ricercava alcuni militi romani e cristiani; il santo vescovo di Populonia, li nascose e per questo scatenò l’ira del re barbaro, che decretò la sua morte.

Mandò dunque Cerbone nel cosiddetto Campo del Merlo, dove un ferocissimo orso avrebbe dovuto sbranarlo, alla presenza dello stesso sovrano. Lo spettacolo sembrava promettere grandi emozioni, ma Totila non aveva previsto un fatto che lo sbalordì. Quando l’orso giunse dinanzi al vescovo rimase per qualche istante immobile, quasi pietrificato, con le zampe anteriori alzate e le fauci spalancate. Poi, lentamente, ricadde sugli artigli, chiuse la bocca e prese a leccare con inaspettata mansuetudine i piedi del santo. Totila vedendo quanto stava accadendo decise di lasciare libero Cerbone.

Purtroppo però dopo i Goti di Totila arrivarono i Longobardi, e il vescovo di Populonia, decise così di fuggire verso l’isola d’Elba.

Ancora oggi, nello straordinario golfo di Baratti, si trova una piccola chiesina a lui dedicata e all’interno del parco Archeologico si può visitare la Necorpoli etrusca chiamata di San Cerbone, con le monumentali tombe a tumulo che risalgono al VII secolo a.C. fatte costruire dalle più antiche famiglie etrusche del tempo.

Una volta dunque fuggito da Populonia, Cerbone decise di trovare rifugio nella vallata del Monte Capanne. Secondo la tradizione la chiesa sarebbe sorta subito dopo la morte del santo, nel 575, ma viene citata solo nel 1421, in riferimento al convento dell’Osservanza Francescana edificato sul luogo. I frati abbandonarono presto il convento che fu poi trasformato in romitorio.

L’edifico del Romitorio

Per quanto riguarda la struttura dell’edificio, la facciata presenta un portale in granito con cornice aggettante e un arco interrotto, ai lati due piccole finestre con inferriate. L’interno ha un’unica navata e il tetto a capanna; conserva ancora gli antichi altari e i pavimenti in cotto.

Un quadro posto sull’altare maggiore ci ricorda la figura del Santo in una bellissima rappresentazione.

Se ci allontaniamo non più di 300 metri dal Romitorio possiamo trovare la Grotta del Santo, dove sarebbe vissuto per circa due anni.

Secondo la leggenda San Cerbone ormai vecchio e prossimo a morire, chiese di essere sepolto a Populonia, ancora in mano ai Longobardi, raccomandando ai suoi seguaci di riprendere subito il mare dopo aver provveduto alla sua sepoltura.

Morto il santo, i seguaci attraversarono il Canale di Piombino senza essere miracolosamente visti dai nemici a causa della nebbia. A Poggio nell’isola d’Elba ancora è viva la tradizione orale che narra di un’imponente libecciata che al transito dell’imbarcazione con il corpo di Cerbone incredibilmente si placava, mantenendo il mare piatto dalla Marina di Poggio verso Baratti.

I suoi poterono così seppellire il corpo di Cerbone nel golfo di Baratti, nel quale ancora si trova la Cappella di San Cerbone. Successivamente, il corpo fu trasferito a Massa Marittima dove all’interno del Duomo c’è l’arca di San Cerbone con rappresentati vari momenti della sua vita eseguiti per mano dell’artista Goro di Gregorio.

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