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Tim, il debito scende sotto gli 8 miliardi di euro: è ufficiale
Adesso è ufficiale: il debito di Tim al 30 settembre è sceso sotto gli 8 miliardi di euro, in calo di circa oltre 100 milioni rispetto a quanto contabilizzato al momento della cessione della rete il 1 luglio scorso. Non sono ancora inclusi i proventi della vendita della quota residuale di Inwit, il cui closing è atteso il 29 novembre, a un prezzo di 10,43 euro per azione e con un incasso previsto di circa 250 milioni di euro.
Ieri il cda di Tim ha approvato i conti dei 9 mesi che hanno visto ricavi per il gruppo guidato da Pietro Labriola pari a 10,7 miliardi di euro in crescita del 3,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: +1,8% nel domestico a 7,4 miliardi e +7,2% il Brasile a 3,3 miliardi. In crescita il margine lordo dell’8,7%: +8,3% nel domestico a 1,6 miliardi di euro, +9,0% in Brasile a 1,6 miliardi di euro.
Nel dettaglio Tim consumer ha registrato nei 9 mesi ricavi totali a 4,5 miliardi di euro e ricavi da servizi pari a 4,2 miliardi di euro (+0,2% anno su anno), “proseguendo- è scritto in una nota- nel percorso di stabilizzazione intrapreso nei trimestri precedenti. Fra i fattori a sostegno del trend si evidenziano gli effetti positivi delle attività di repricing condotte da inizio anno, il costante incremento dell’Arpu di TimVision (+23% anno su anno), la stabilità del numero di clienti e il buon andamento dei ricavi da MVNO (ossia dal noleggio di rete e servizi ad operatori virtuali) e da roaming.
In crescita anche le offerte combinate di connettività a banda larga e intrattenimento”. Meglio ha fatto Tim Enterprise che ha registrato ricavi pari a 2,3 miliardi di euro (+5,8%) “continuando a sovraperformare il mercato di riferimento grazie alla strategia di difesa del business della connettività e alla crescita dei ricavi IT, che rappresentano il 62% del totale. Continua- è scritto- la solida performance del Cloud (+22%), grazie anche alla spinta del Polo Strategico Nazionale, della Security (+84%) e dell’IoT (+27%)”.
L’azienda nel comunicato ha ribadito la guidance e sottolineato che i ricavi di Tim Consumer e Enterprise e le relative percentuali di crescita sono indicati al netto dei rapporti tra i due ambiti e comprendono gli effetti del Master Service Agreement siglato con FiberCop e, a partire dal terzo trimestre. In pratica si tratta del noleggio della rete che dovrebbe ammontare a circa 2 miliardi l’anno.
“Nel corso del trimestre – dice ancora il comunicato – sono inoltre proseguite le azioni di contenimento dei costi volte ad aumentare il livello di efficienza strutturale del perimetro domestico (“Piano di Trasformazione”, target di riduzione di oltre 200 milioni nel 2024) ed è stato raggiunto circa l’80% del target previsto per l’esercizio in corso”. La conference call prevista tra il management e gli analisti dovrebbe poi fornire ulteriori dettagli compreso il premio da 20 milioni che i manager vorrebbero incassare per il lavoro svolto.
Tra i fatti attesi c’è anche l’esito della seconda udienza in tribunale per la causa promossa dal maggior azionista Vivendi con il 23,7% di quote della società che era fermamente contrario alla vendita della rete mentre per fine mese ci dovrebbe essere l’offerta finale per Sparkle anch’essa volta alla riduzione del debito pari a circa 700 milioni. Resta al palo il titolo sotto quota 0,22 euro di valore che, nell’ultima settimana, ha perso circa il 5% di valore.
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