Rinnovo Patente? Facile ed Economico
“Diesel Euro 5 al bando? Provvedimento inutile e punitivo. L’aria si pulisce lavando le strade, non togliendo le auto”
Dal primo ottobre 2025, le auto diesel Euro 5 (quelle immatricolate tra il 2009 e il 2015) non potranno più circolare nei comuni con oltre 30mila abitanti in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Una stretta che tocca milioni di veicoli e che potrebbe estendersi anche a Roma.
Ma il condizionale è d’obbligo: Salvini e la Lega stanno cercando di rinviare il divieto, nonostante sia frutto di un accordo tra il governo e l’Unione Europea. Per farlo, il ministro dovrà convincere gli alleati a sconfessare una misura già approvata. Il blocco non è però una novità: da anni, nelle regioni più inquinate, soprattutto in Pianura Padana, si vieta la circolazione delle auto più vecchie nei mesi peggiori per la qualità dell’aria, prima gli Euro 0 e 1, poi via via fino agli Euro 5. Il 1° ottobre, insomma, è già segnato in rosso per molti italiani, ma basterà davvero a migliorare la qualità dell’aria e ridurre l’inquinamento? Affaritaliani.it ne ha parlato con Andrea Taschini, esperto del settore automotive con esperienze in aziende come Bosch e Brembo.
Quali sono, secondo lei, i veri motivi dietro la decisione di limitare la circolazione delle auto diesel Euro 5?
Tutto ciò che è stato fatto negli ultimi 5-6 anni in campo ambientale ha spesso un sottofondo fortemente demagogico, come dimostra anche l’uso ormai inflazionato della parola “sostenibilità”. Oggi si usa la parola “sostenibilità” per qualunque banalità. È diventata una parola di moda, un tormentone, e la questione delle Euro 5 rientra perfettamente in questa logica di ambientalismo di facciata che ci perseguita da anni. La cosa sorprendente è che anche alcune regioni governate dal centrodestra adottino questi approcci demagogici. Prendiamo la Lombardia: è amministrata dalla Lega, eppure proprio dalla Lega arrivano veti contro le Euro 5. Tant’è che lo stesso Salvini poi si affretta a dire che il divieto va rimandato.
Le auto Euro 5, tra l’altro, hanno già un impatto ambientale contenuto: riducono significativamente le polveri sottili. Non c’è una vera differenza in termini di emissioni di CO2 tra Euro 5 e Euro 6. Il problema delle polveri sottili è specifico della Pianura Padana, che in inverno soffre più di altre zone a causa di caratteristiche geografiche e morfologiche. A Genova, ad esempio, l’inquinamento non è un tema ricorrente, mentre lo è a Milano. Va anche detto che in estate, pur non calando il traffico, le polveri sottili scompaiono e la qualità dell’aria migliora. In inverno, invece, peggiora. Questo dimostra che il traffico incide solo in parte. Probabilmente, il contributo maggiore all’inquinamento viene dai riscaldamenti. Ed è un dato di fatto.
C’è qualcosa che, secondo lei, si tende a sottovalutare quando si parla dell’inquinamento da polveri sottili e del ruolo delle auto diesel?
Sì, e credo sia importante chiarirlo: il 95% delle polveri sottili (parliamo di PM10 e PM2.5) non deriva dai motori, ma da altre fonti. Solo il 5% è prodotto effettivamente dalla combustione nei motori. Il resto proviene principalmente da ciò che definiamo “sporco stradale”: l’abrasione dell’asfalto, l’usura dei pneumatici e dei freni. Questo significa che togliere dalla circolazione le auto Euro 5 ha un impatto quasi trascurabile sul particolato atmosferico, almeno nella stagione invernale. Quindi se davvero si volesse ottenere un risultato concreto, bisognerebbe investire di più nella pulizia delle strade. Lavare regolarmente le strade urbane sarebbe molto più efficace nel ridurre le polveri sottili. Il problema, però, è che questa operazione ha un costo, e i Comuni preferiscono non farla. Non so con quale frequenza vengano pulite le strade in Lombardia, ma sicuramente è molto meno di quanto sarebbe necessario.
Lei ritiene che vietare la circolazione delle auto Euro 5 non porterà reali benefici. Quali sono, secondo lei, i veri fattori in gioco?
Non credo che questa misura porterà alcun vantaggio concreto, se non sul piano della demagogia. Anzi, socialmente è un disastro. Sappiamo tutti che il mercato delle auto nuove è fermo, e che molte persone semplicemente non possono permettersi di cambiarla. Immagini cosa significa: una norma del genere rischia di lasciare a piedi milioni di cittadini. L’auto serve per lavorare, per spostarsi ogni giorno, non per andare in gita. E tutto questo a fronte di un provvedimento che, come ho già spiegato, non incide in modo significativo sulle polveri sottili. Risultato? Un’enorme complicazione per chi non ha mezzi economici, senza alcun vero effetto sull’ambiente. E non credo neppure che questo spingerà molti ad acquistare auto nuove: se uno non ha i soldi, non li può inventare.
Secondo lei questa tendenza alle limitazioni non si fermerà qui? Quali veicoli saranno i prossimi bersagli?
Ma è evidente che andranno avanti: dopo l’Euro 5 toccherà all’Euro 6, poi all’Euro 7. Il problema è che continuiamo a raccontarci che l’auto elettrica è la soluzione definitiva. Ma l’elettrico non è esente da impatto ambientale. Le auto elettriche hanno comunque pneumatici, freni, sollevano polvere, generano abrasioni sull’asfalto. Non è che volano, no? Se lo facessero magari sì, ma finché restano a terra, l’inquinamento lo generano eccome.
Ci avevano detto che l’auto elettrica avrebbe abbattuto le emissioni di CO2 e che avremmo salvato il mondo. Ma per produrre le batterie si emette tantissima CO2, quindi quel racconto è già stato smentito. Allora si è spostato il discorso sulle polveri sottili. Ma anche lì, come ho già detto, il motore incide appena per il 5%, forse anche meno. Il grosso deriva da altro: abrasione dell’asfalto, usura di freni e gomme, sporco per strada
Il punto è che si continua a fare politica su questi temi in modo ideologico e retorico, senza guardare ai numeri veri. La Pianura Padana ha una situazione unica: aria stagnante per motivi geografici, inverni rigidi, tanti riscaldamenti accesi, una forte presenza industriale e una densità abitativa elevatissima. Siamo tantissimi, con 34 milioni di vetture circolanti su 60 milioni di abitanti. L’automobile è parte integrante della nostra vita, eppure ci si accanisce contro chi la usa, come se fosse un nemico. Troppa retorica, troppe scorciatoie politiche, e pochissimi dati reali.
Rinnovo Patente? Facile ed Economico
Questo articolo è stato pubblicato in origine su questo sito internet