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                Altissima tensione nel carcere di PORTO AZZURRO, sull’Isola d’Elba, dove si sono registrati violenti disordini da parte di alcuni dei detenuti, prevalentemente stranieri. La situazione è stata per ore molto grave ma ora per fortuna è rientrata”: lo denuncia Francesco Olivieri, segretario per la Toscana del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

“Nella giornata del 5 giugno 2025, presso la Casa di Reclusione di Porto Azzurro, si è verificato un grave episodio, purtroppo ampiamente prevedibile: una sommossa è stata scatenata da alcuni detenuti di origine magrebina, con la complicità di un detenuto italiano. I soggetti, sorpresi durante un’attività illecita di distillazione clandestina di alcol, hanno reagito con violenza verbale, minacce e atteggiamenti ostili nei confronti del personale in servizio. Grazie alla tempestività e alla professionalità del Corpo di Polizia Penitenziaria, supportato dal gruppo di intervento, dal Comando e dal restante personale prontamente intervenuto, la situazione è stata riportata sotto controllo, evitando conseguenze ben più gravi”.

“Tuttavia – prosegue il sindacalista – i danni al reparto coinvolto sono stati significativi: i detenuti hanno appiccato un incendio e distrutto arredi e suppellettili, mettendo seriamente a rischio l’incolumità degli agenti. Si tratta dell’ennesimo episodio riconducibile alla presenza di detenuti affetti da gravi problematiche psichiatriche e tossicologiche, la cui permanenza in una struttura come quella di Porto Azzurro risulta palesemente inadeguata. Nonostante le ripetute segnalazioni, tali soggetti continuano a essere assegnati a un istituto già sovraccarico, inadeguato sotto il profilo strutturale e organizzativo. Ancora una volta, il grido d’allarme lanciato da questa Organizzazione Sindacale rimane inascoltato da un’Amministrazione sempre più distante e assente”.

“È doveroso ribadire che la Casa di Reclusione di Porto Azzurro versa da anni in condizioni critiche, mai oggetto di una reale opera di ristrutturazione. Il costante sovraffollamento rende impossibile una gestione efficace e sicura dei detenuti più pericolosi e problematici – evidenzia Oliviero – In questo scenario drammatico, l’intero peso della crisi penitenziaria dell’isola d’Elba grava esclusivamente sulle spalle della Polizia Penitenziaria. Donne e uomini dello Stato che, con spirito di sacrificio e grande senso del dovere, affrontano turni massacranti, spesso senza adeguato riconoscimento economico, anche a causa del mancato stanziamento dei fondi per il lavoro straordinario. Al termine delle operazioni di contenimento, i detenuti responsabili della sommossa sono stati immediatamente trasferiti, a tutela della sicurezza dell’intero istituto e del personale”, conclude.

Il segretario generale del SAPPE Donato Capece giudica la condotta dei detenuti violenti “irresponsabile e gravissima: sono quotidiane le nostre denunce con le quali evidenziamo che le carceri toscane sono ad alta tensione” e “rinnova al DAP la richiesta di potenziamento degli organici della Polizia Penitenziaria dei Reparti regionali, di Porto Azzurro in particolare. Ma anche la dotazione, per il personale del Corpo, di strumenti di tutela e garanzia non letali come i flash ball ed i bola wrap: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla Polizia Penitenziaria francese, mentre la seconda è un’arma di difesa che spara lacci bloccante le gambe dei riottosi, anch’essa già in uso ad alcune Polizie locali di alcune città italiane”.

“Non lasciate soli le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria”, conclude Capece: ““servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”.

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