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<em>Dal comune di Portoferraio</em>
L’Amministrazione Comunale di Portoferraio ha intitolato nella mattinata di sabato 13 dicembre una via del centro storico alla memoria di Olimpia Mibelli. Con una sobria ma partecipata cerimonia il sindaco di Portoferraio Tiziano Nocentini ha ufficializzato quanto deciso dalla commissione toponomastica comunale, intitolando alla popolana portoferraiese il tratto di via Elbano Gasperi che va dall’angolo di Via Madama Letizia fino al termine della via stessa, all’angolo della Scalinata de’Medici. Sono state installate, a corredo della intitolazione, una targa esplicativa della storia di Olimpia Mibelli e un’opera a lei dedicata dal noto artista elbano Luca Polesi, dal titolo “Il coraggio di una donna libera”.
“Olimpia Mibelli – si legge nel testo del cartello esplicativo, letto nel corso della cerimonia dall’assessore Lorenza Burelli – nasce in una modesta famiglia di Portoferraio il 17 marzo del 1923. Giovanissima lavandaia, sposa a quindici anni Angiolo Ferrini, un soldato della Repubblica Sociale del quale rimane presto vedova. Libera e senza un marito, vive con spensieratezza ed allegria fino al giugno 1944 quando all’Elba, occupata dai tedeschi, sbarcano le truppe di liberazione francesi coadiuvate dai contingenti delle colonie africane. Gli Alleati prendono possesso dell’isola compiendo violenze di ogni genere e attuando uno dei più atroci crimini di guerra: lo stupro di gruppo. Le giovani donne si nascondono negli anfratti più angusti e ovunque non possano essere trovate. Nel centro storico di Portoferraio, ad alcune malcapitate è risparmiato questo abuso grazie al gesto generoso di Olimpia che si offre al loro posto ai soldati esaltati dall’eccesso di libertà ricevuta, dalle droghe e dall’alcol. Dopo questo terribile episodio Olimpia riprende la sua vita in Via Elbano Gasperi (già Via del Paradiso e Via degli Ebrei) assistendo la famiglia e instaurando una solida relazione con un mercante ebreo, Arrigo, col quale pratica per molto tempo il commercio ambulante. Muore nel 1985, circondata dall’affetto delle persone a lei care. Questa targa, posta nella via dove Olimpia ha vissuto, rappresenta non solo un doveroso omaggio alla sua memoria ma un monito contro la violenza di genere, perpetrata in tempo di guerra e purtroppo anche in tempo di pace”. Nel cartello esplicativo sono compresi dei Qr-code, che permetteranno ai visitatori di approfondire ulteriormente la storia di Olimpia accedendo a dei testi dedicati.
“Come tutti i portoferraiesi – ha detto nel suo discorso il sindaco di Portoferraio Tiziano Nocentini – conoscevo solo sommariamente la storia di Olimpia. Dopo aver partecipato alla presentazione di un libro, avvenuta a San Piero nell’agosto del 2024, conobbi la sua storia nei particolari. Quella stessa sera, rispondendo alle domande di una giornalista, presi impegno di intitolare una via del centro storico di Portoferraio alla sua memoria. Oggi questo percorso si conclude, dopo che il nostro consiglio comunale, lo scorso 22 settembre, ha conferito alla sua memoria la medaglia d’oro Città di Portoferraio”.
“Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a raggiungere questo risultato e a colmare questa lacuna storica ha aggiunto Nocentini – in particolare il sindacato FNP Cisl Livorno, nelle persone della responsabile del Coordinamento Politiche di Genere, Rosella Nardelli e della responsabile del territorio elbano del Coordinamento Politiche di Genere Angela Brigida, insieme alla Gestione Associata degli Archivi Storici dell’Isola d’Elba. Ringrazio inoltre l’artista elbano Luca Polesi, per la grande sensibilità dimostrata attraverso la sua opera che, forse, racconta Olimpia più di tante parole. Grazie anche alla famiglia di Olimpia Mibelli che con la sua partecipazione ha reso ancora più importante questa giornata, e – ha concluso il sindaco – agli insegnanti e ai ragazzi delle due classi delle scuole superiori che hanno assistito alla cerimonia. Come abbiamo sempre sottolineato, non ci stancheremo mai di raccontare storie come questa, che hanno segnato la vita e la storia della nostra città. Il ricordo di queste vicende va reso sempre vivo e tramandato come monito soprattutto alle generazioni future”.
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