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“Nel pomeriggio di ieri, poco dopo le ore 16:30, tre detenuti di origine nordafricana si sono resi protagonisti di gravissimi disordini all’interno della sezione ordinaria in cui erano ristretti”: lo denuncia Francesco Oliviero, segretario per la Toscana del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
“Il pretesto è stato quello di pretendere le celle aperte senza alcun vincolo di chiusura; al diniego del personale di servizio è seguita un’escalation di atti di devastazione e aggressioni. Solo grazie alla professionalità e al coraggio del personale e al tempestivo intervento del Gruppo di Supporto locale, si è potuto, non senza notevoli difficoltà, ripristinare l’ordine e la sicurezza all’interno dell’Istituto”.
Il sindacalista rimarca che “quanto accaduto conferma, per l’ennesima volta, le denunce del SAPPE: l’invio indiscriminato di detenuti altamente problematici, già responsabili di criticità in altri istituti della Toscana, sta trasformando la Casa di Reclusione di Porto Azzurro in una polveriera pronta a esplodere. A ciò si aggiunge una gestione che, a nostro avviso, necessita di un’immediata inversione di rotta: occorrono provvedimenti urgenti, sia sotto il profilo organizzativo che nella selezione dei ristretti da destinare alla struttura”.
Per il SAPPE, “il bilancio odierno è drammatico: quattro unità del Corpo di Polizia Penitenziaria, colpite da violenze e intossicazioni, sono state inviate al Pronto Soccorso di Portoferraio per le cure mediche. Questo a sole 24 ore da un altro episodio che aveva visto un collega aggredito brutalmente”.
“Non possiamo più tollerare questa deriva: chiediamo l’immediata rimozione dei detenuti responsabili e un serio intervento da parte dei vertici dell’Amministrazione Penitenziaria”, conclude Oliviero. “La Polizia Penitenziaria non è carne da macello. Pretendiamo sicurezza, rispetto e risposte concrete”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, commenta: “Abbiamo apprezzato molto, ed apprezziamo, quel che il Governo ha fatto per la Corpo di Polizia Penitenziaria, sia in termini di assunzioni che di modifiche normative a favore dell’operatività dei Baschi Azzurri. Ma i responsabili degli atti di violenza in carcere devono essere assolutamente puniti. Se sono detenuti stranieri, devono essere subito espulsi dall’Italia: se invece sono connazionali, devono finire di scontare la pena in un’isola, magari riaprendo Pianosa e l’Asinara. E se invece si trattasse di detenuti con problemi psichiatrici, ebbene si riaprano gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari! Chiunque aggredisce un appartenente alle Forze di Polizia nell’esercizio delle sue funzioni istituzioni, aggredisce non solo la persona fisica ma attacca lo Stato. Lo stesso chi devasta le carceri. E la risposta deve essere ferma e tale da impedire gravi fenomeni di emulazione”.
Il segretario generale del SAPPE richiama, infine, il discorso qualche settimana fa dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e le sue indicazioni per superare l’emergenza penitenziaria: “è particolarmente importante che il sistema carcerario disponga delle risorse necessarie, umane e finanziarie, per assicurare a ogni detenuto un trattamento e un regime di custodia che si fondino su regole basate su valutazioni attuali per ciascuno, con obiettivo rivolto al futuro. E tutto questo, come ha ricordato il Presidente della Repubblica, questo deve essere fatto per rispetto dei valori della nostra Costituzione; per rispetto del nostro lavoro; per rispetto della storia del Corpo di Polizia penitenziaria; per rispetto dei suoi Caduti: vittime del terrorismo, della criminalità. E che ricordiamo con commozione”.
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