Rinnovo Patente all'Isola d'Elba? Facile ed Economico

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                <em>Da Giovanni Frangioni</em>

Quanto avranno inciso gli abitanti di Portoferraio nei cambiamenti della Città nel tempo? La Città ha cambiato il suo volto. Piazza Cavour era definita “La Tonnara” da quante persone calpestavano quel luogo. Ora è vuota, è priva di quel vociare positivo.

La strada era il luogo del dialogo tra vicini di casa e passanti; era uno spazio di solidarietà. Non era solo un tratto fisico ma un “corso di valori”. Questi due brevi esempi danno il senso del cambiamento. Combattiamo chi attenta alla memoria di un luogo e delle persone che ci sono vissute, onorando, invece di volta in volta le tradizioni, i costumi e gli usi. Portoferraio è ancora un luogo che va studiato. Una ricerca antropologica e sociologica sono precondizioni, oltre che per descrivere doverosamente cosa è stata nel tempo, anche per un suo futuro migliore. Penso che in questa Città ci siano competenze professionali e cittadini volenterosi che, se messi insieme, potrebbero spingere per un “progetto a tutto tondo”, per portare a viva memoria un bel pezzo della vita passata a Portoferraio.

Penso ad una ricerca antropologica che si possa fare largo per uno studio ancora più dettagliato, accompagnato da riflessioni sugli aspetti umani, politici e culturali nella Città. Quale carattere o caratteri, da non confondersi con le identità, hanno avuto i portoferraiesi nel tempo? Si migliorerebbe il rapporto, interrotto “da mo’”, tra amministratori e cittadini” se si approfondisse tutto ciò? Certo che si! Mi piacerebbe porre delle domande a qualche sociologo urbano per sapere se quelle relazioni umane del passato si potrebbero riconquistare. Dopo secchiate di anni a parlare, doverosamente, e a discutere di turismo, trasporti, sanità e cose più minute (più da uffici che da amministratori), come viabilità, segnaletica, buche da tappare e lampioni spenti, una diversa attenzione, uscendo dal contingente, sarebbe utilissima per misurarsi su quello che è “meno visibile”.

Voglio dire che è importante, oltre che doveroso, far emergere tutto quello che “non è calcolabile” con i numeri dell’economia e dei servizi. Per esempio quante identità e quali si sono succedute nel tempo a Portoferraio? Si potrebbe provare ad immaginare un supplemento di riflessione per dare una mano a un futuro che si misura anche sulla felicità di una popolazione. Se non si valuta mai la soddisfazione e il benessere dei cittadini, questi si sentono traditi. E’ necessario che si esprimano sulle emozioni e sensazioni che Portoferraio trasmette loro. In quale stato di salute si trova quel senso di appartenenza per il nostro luogo? Come passano i residenti la giornata in Città? Sono soddisfatte le proprie aspettative?

Insomma, in quale misura essere o no felici ha condizionato il passato, e quanto condiziona il presente e lo stesso futuro di Portoferraio? Sul carattere siamo individualisti nei rapporti con la Città, indifferenti ai problemi del nostro luogo, opportunisti o altro? Questo indubbiamente sarebbe un dialogo nuovo da costruire. Sarebbe anche utile ai nostri studenti e alle generazioni future.

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