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Libano-Israele, tregua appesa a un filo. Non vengono rispettati gli accordi firmati
Sembrava tutto fatto per la tregua tra Libano e Israele, ma dopo sole poche ore dall’inizio del vessate il fuoco la situazione si è fatta complicata. L’esercito israeliano blocca gli sfollati che dal Nord cercano di rientrare nelle loro case e questo sta creando nuove tensioni tra Tel Aviv e gli Hezbollah. Si registrano anche bombardamenti al Sud del Libano. L’apparato di sicurezza israeliano stima le possibilità di una ripresa della guerra contro Hezbollah in Libano al 50%. Secondo il sito di notizie Ynet che cita fonti dell’Idf, questo è uno dei motivi per cui il governo deve ancora chiedere alle decine di migliaia di residenti sfollati del nord di tornare alle loro case. “Più le regole e la loro applicazione sono chiare fin dall’inizio, meglio reggeranno in seguito“, ha detto la fonte a Ynet.
Entrato in vigore mercoledì mattina, già ieri dava segni di traballare: prevede una prima fase di 60 giorni in cui l’esercito israeliano – riporta Il Corriere della Sera – può restare in alcune aree del sud mentre i libanesi sfollati ritornano alle case in macerie, tra loro anche operativi del gruppo sciita armato dall’Iran. “Ho dato ordini di riprendere a combattere in modo massiccio, se l’accordo dovesse saltare”, dice Netanyahu in un’intervista. Così l’aviazione ha bombardato un lanciarazzi perché i droni hanno individuato movimenti lì vicino, colpi di artiglieria sono stati sparati verso le auto che raggiungevano “zone proibite”. I due contendenti si accusano a vicenda di violazioni del patto, mentre le truppe libanesi si stanno schierando a sud del fiume Litani dove i paramilitari sciiti — prevede l’intesa — non possono spostarsi.
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