Rinnovo Patente all'Isola d'Elba? Facile ed Economico
<em>Dall’Ufficio stampa Elba Book Festival</em>
A vincere la decima edizione del premio Appiani per la traduzione dal turco è Fulvio Bertuccelli con la traduzione di Zamir, il romanzo di Hakan Günday, edito da Marcos y Marcos. A dieci anni dalla scomparsa del giovane avvocato Lorenzo Claris Appiani, ucciso nel Palazzo di Giustizia di Milano, ricorre il premio letterario che celebra la sua memoria e il legame con la terra d’origine. Concepito dai genitori Alberta Brambilla Pisoni e Aldo Claris Appiani, il riconoscimento intende trasformare una tragedia e le sue ombre indicibili in un’occasione valoriale e comunicativa attraverso un momento d’incontro umanistico. Organizzata dall’Università per Stranieri di Siena e da Elba Book, la cerimonia di premiazione inaugurerà il festival, martedì 15 luglio, alle 18:30, nella piazza Matteotti di Rio nell’Elba. A condurre la serata sarà Ilide Carmignani.
«Quest’anno sono passati dieci anni da quel tragico 9 aprile 2015, giorno in cui nostro figlio Lorenzo cadde nel Tribunale di Milano sotto i colpi di una pistola – dichiarano i genitori Alberta e Aldo – Sono già dieci anni del premio Appiani, premio che Elba Book, festival dell’editoria indipendente, ha dedicato alla sua memoria. Dieci anni e non sentirli! Il pensiero per noi non si è spostato da quel giorno e con gli amici di Elba Book Festival, con la partecipazione dell’Università degli Stranieri di Siena, abbiamo voluto condividerne la memoria con un premio rivolto ai traduttori, i così detti autori invisibili ma portatori del sapere umano. Fin dall’inizio, con grande generosità, Ilide Carmignani, traduttrice conosciuta in tutto il mondo, ci ha attivamente sostenuto, portando persino il premio all’attenzione del Salone del Libro di Torino ed ora ci onora con la sua amicizia. Ogni anno in concorso una lingua diversa. Quest’anno premieremo la miglior traduzione dal turco. Due anni fa è partito il progetto per la realizzazione della Scuola di Traduzione Letteraria CeST “Lorenzo Claris Appiani”, coordinato da Giulia Marcucci, direttrice del Centro Studi sulla Traduzione dell’Università per Stranieri di Siena. La Scuola si svolge nel Comune di Rio ed è arrivata quest’anno alla seconda edizione, dedicata alla lingua tedesca e che si terrà dal 1 al 5 ottobre».
Il premio “Lorenzo Claris Appiani” ha l’obiettivo di dare luce alle figure spesso invisibili di traduttori e traduttrici, attori insostituibili e necessari nel delicato processo di mediazione culturale; inoltre si propone di dare risalto al valore culturale e sociale non solo del mestiere del traduttore, ma anche della letteratura e dell’editoria indipendente. Per la decima edizione, la famiglia Appiani, in accordo con le componenti della giuria, ha scelto di indagare la letteratura turca tradotta in italiano. Si tratta di una produzione narrativa ancora poco nota in Italia, che sottopone alla nostra attenzione temi universali e contemporanei da una angolatura nuova. Negli ultimi vent’anni, le traduzioni dal turco sono aumentate in maniera costante e hanno riscosso un sempre maggiore apprezzamento da parte del pubblico. Le opere pervenute spaziano dai classici di fine Ottocento e inizio Novecento ai romanzi apparsi in Turchia negli ultimi anni. Occorre inoltre sottolineare che i romanzi candidati sono stati tradotti da persone tra i trenta e i quarant’anni di età, segno che a un nuovo interesse verso la letteratura turca corrisponde una nuova generazione di traduttrici e traduttori. Per l’anno 2025 la giuria è formata da Giulia Marcucci, presidente, professoressa di lingua e traduzione russa presso l’Università per Stranieri di Siena e direttrice del Centro Studi sulla Traduzione (CeST), nonché traduttrice di saggistica e narrativa contemporanea russa; da Ilide Carmignani, traduttrice dallo spagnolo e curatrice della sezione L’Autoreinvisibile al Salone Internazionale del libro di Torino, da Hilal Aydin, docente di lingua e cultura turca presso l’Università per Stranieri di Siena e da Nicola Verderame, docente di Filologia turca presso l’Università di Napoli “L’Orientale”.
«L’Università per Stranieri di Siena collabora con il premio “Lorenzo Claris Appiani” dalla sua nascita – conferma la presidente Giulia Marcucci – e siamo onorati di aver percorso questi dieci anni vicino ai signori Appiani, a Roberta Bergamaschi e agli altri organizzatori dell’Elba Book Festival. Celebrare ogni anno la traduzione letteraria, nel ricordo di Lorenzo, ci offre infatti l’opportunità unica di tenere insieme l’aspetto scientifico del nostro lavoro con quello profondamente umano, legato alla memoria e soprattutto alla sete di giustizia. Non dobbiamo e non vogliamo dimenticare le parole di Brodskij, che diceva che “la traduzione è la madre di ogni civiltà”. Dal 2016 a oggi abbiamo premiato traduttrici e traduttori dall’arabo, russo, cinese, portoghese, giapponese, Yiddish, francese, spagnolo, tedesco e turco, mettendo a disposizione le nostre competenze linguistiche e culturali per ciascuna di queste aree. Negli ultimi tre anni abbiamo inoltre creato ulteriori ponti tra il Premio e il nostro Ateneo: il premiato viene ospitato in autunno a Siena a tenere un seminario nel Centro Studi sulla Traduzione; abbiamo ideato una Scuola di traduzione letteraria intitolata a Lorenzo, che si svolge a Rio Marina in autunno, l’ultima settimana di settembre o la prima di ottobre – quest’anno sarà dedicata al tedesco, mentre nella prima edizione i laboratori di traduzione erano dedicati al francese. L’idea di questa Scuola è di condividere la pratica della traduzione con esperti, generalmente un traduttore premiato e un docente universitario specialista di traduzione, in un posto così accogliente, incantevole e al contempo “isolato” come “Le sughere del Montefico”. Inoltre, da quest’anno abbiamo coinvolto nei lavori del Premio e del Festival i nostri dottorandi e le nostre dottorande del Dottorato in Studi di Traduzione; spero dunque che anche il loro entusiasmo possa dare un importante contributo alla nostra collaborazione».
ZAMIR E I DEMONI DELLA GUERRA
Il protagonista del romanzo è nato in un campo profughi, ha il viso sfigurato da una bomba e da anni è il volto pubblico di una ONG corrotta. Lavora per prevenire i conflitti in varie regioni del mondo, anche se ciò comporta mentire, cooperare con dittatori o condannare a morte. Oltre a essere un’opera che interroga in maniera radicale la coscienza del mondo contemporaneo, affrontando le contraddizioni del nostro tempo e i dilemmi morali della società attuale, Zamir è un romanzo giocato sulle ambiguità più che sui contrasti netti tra bene e male, e così anche la figura del protagonista non è facilmente incasellabile. Il ritmo serrato, i piani temporali sovrapposti e il passaggio dalla prima alla terza persona hanno dunque richiesto al traduttore una scrittura particolarmente creativa e accurata.
Fulvio Bertuccelli è riuscito con eleganza e precisione a tradurre un testo turco volutamente caratterizzato da squilibri e differenze di registro e tono, con grande sensibilità per lo stile oscuro e provocatorio di Günday; con consapevolezza ha saputo restituire al lettore italiano le sfumature retoriche, i dialoghi intensi, i cambi di prospettiva e le immagini potenti del testo di partenza, senza mai trascurare la resa accurata degli elementi che formano il contesto socioculturale dell’opera. Merito di Bertuccelli è di essersi distinto per una resa efficace e brillante di un testo complesso che alterna riflessioni etiche, passi allucinati e squarci surreali. Per questi motivi, la giuria all’unanimità ha deciso di conferirgli il premio per la traduzione letteraria “Lorenzo Claris Appiani”.
Rinnovo Patente all'Isola d'Elba? Facile ed Economico
Questo articolo è stato pubblicato in origine su questo sito internet