Rinnovo Patente all'Isola d'Elba? Facile ed Economico

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                <em>Da Fabrizio Ania, segretario del circolo Pd di Rio</em>

«La recente sentenza del 10 luglio, depositata dal tribunale di Livorno, non è una buona notizia. Anzi. Non entro nel merito del provvedimento, perché ciò che oggi mi preme è altro: guardare in avanti, non indietro. Ci sarà tempo per analizzare eventuali responsabilità, anche sulle conseguenze del modo in cui l’amministrazione comunale ha gestito la vicenda, derubricandola – erroneamente – a una questione tra privati. Ma c’è un punto da cui voglio partire, e che spero metta d’accordo molti: Fornacelle è sempre stata, e deve restare, una questione pubblica, d’interesse collettivo. Non è un dettaglio, ma il fondamento per costruire una soluzione che non passi per l’aula di un tribunale. Il compito di un’amministrazione pubblica non può esaurirsi nelle aule giudiziarie, né confinarsi in un’attesa passiva delle sentenze. La vera sfida è agire prima, prevenire i conflitti, governare le situazioni. A ricordarci cosa siano state – e cosa possano tornare a essere – le Fornacelle è stato Renzo Galli, nel suo recente intervento. Ci ha restituito uno sguardo nella memoria: gli anni in cui la spiaggia era vissuta dai giovani delle colonie, che lì crescevano e socializzavano. A quelle generazioni ne sono seguite altre: famiglie, bambini, anziani che, grazie alla piena accessibilità, hanno potuto godere liberamente di quel luogo. È proprio questo il punto cruciale. E viene da chiedersi: quanto si è spesa, finora, l’amministrazione comunale per tutelare tale accessibilità? Ha davvero intrapreso un’interlocuzione seria con gli enti pubblici competenti – il Parco Nazionale, la Capitaneria di Porto, il Genio Civile (per quanto di competenza), la Regione – per cercare una soluzione condivisa? Un’interlocuzione che avrebbe dovuto precedere ciò che oggi è accaduto. Anche perché, a detta delle parti private, il rischio era noto già dal 2023. Oggi più che mai, serve una visione concreta e rispettosa del contesto ambientale, che – nel frattempo – ha visto evolversi normative giuste e sempre più stringenti. Tutelare l’accessibilità e prevedere un’area a servizio della spiaggia è possibile. Per questo, rilanciamo una proposta: costituire un tavolo pubblico, coinvolgendo tutti i soggetti istituzionali, per verificare la fattibilità – attraverso gli strumenti urbanistici – di un’area di parcheggio in concessione pubblica, regolamentata, compatibile con i vincoli ambientali, in grado di garantire: a) una fruizione ordinata della spiaggia; b) l’accesso ai mezzi di soccorso in caso di emergenza. La sentenza del tribunale di Livorno è, senza dubbio, una pagina amara. Ma può – e deve – essere una ripartenza. Dobbiamo superare l’attuale situazione, agendo là dove finora è mancato di più: nella capacità politica di guidare, costruire soluzioni e rappresentare l’interesse collettivo»

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