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I peggiori ospedali d’Italia, a Roma fino a due giorni di attesa per un letto disponibile in reparto
La stagione invernale porta con sé un notevole aumento delle visite ai pronto soccorso a causa di raffreddori, influenze e altri virus. Questo afflusso di pazienti spesso sovraccarica gli ospedali, con molti costretti a trascorrere estenuanti attese, a volte superiori alle 48 ore, per un letto disponibile in reparto.
I peggiori casi si verificano prevalentemente nelle strutture ospedaliere di grandi città, come Roma, dove l’uso di barelle nei corridoi diventa una norma durante i picchi stagionali.
L’agenzia Agenas ha monitorato e riportato dati preoccupanti sulle lunghe attese nei maggiori ospedali italiani. Ad esempio, il Policlinico Tor Vergata a Roma ha il più alto indice di pazienti in attesa per almeno 48 ore, con il 12,3% degli accessi al pronto soccorso.
Gli segue il Sant’Andrea, anch’esso a Roma, con l’11,1% e il Cardarelli a Napoli con il 9,1%. Anche il San Camillo di Roma e l’Umberto I mostrano percentuali elevate, segnalando un allarme per la gestione dell’emergenza nella Regione Lazio. Altre città come Palermo, Cosenza, Siena, e Torino mostrano situazioni simili in specifici ospedali.
A contrasto, ci sono strutture come il Policlinico di Milano e il San Matteo di Pavia che registrano percentuali quasi nulle di pazienti costretti a lunghe attese, così come altri ospedali in varie parti d’Italia, sia al nord che al sud, che mantengono livelli molto bassi di attesa, smentendo alcuni stereotipi sulle disparità regionali.
Un altro aspetto critico è il tasso di abbandoni dal pronto soccorso, dove pazienti, stanchi dell’attesa prolungata e spesso affetti da problemi meno gravi, decidono di andarsene senza completare il percorso di cura. Questo fenomeno è particolarmente marcato all’ospedale Cervello di Palermo, dove circa un quarto dei pazienti registrati abbandona il pronto soccorso, seguito da ospedali a Napoli e ancora a Palermo.
Questi dati riflettono una crisi di organico nei servizi di emergenza, complicata dalla difficoltà di reclutare medici, che aggrava la situazione nei periodi di picco di affluenza. È evidente la necessità di interventi migliorativi per assicurare una gestione più efficiente delle emergenze sanitarie e ridurre i tempi di attesa inaccettabili nei pronto soccorso italiani.
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