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Il mercato dello Champagne in Italia e nel mondo

Nuove minacce di dazi all’Unione Europea da parte di Donald Trump scuotono il mercato dello Champagne e dei vini europei. La sua reazione è arrivata dopo l’annuncio di Bruxelles di un dazio del 50% sul whisky americano. In risposta, Trump ha avvertito che, se questa misura non verrà rimossa immediatamente, gli Stati Uniti imporranno un dazio del 200% su tutti i vini, gli champagne e i prodotti alcolici provenienti dalla Francia e dagli altri Paesi dell’Ue. 

Il mercato del vino europeo negli Stati Uniti è una componente significativa delle importazioni vinicole americane. Nel 2023, negli Stati Uniti sono stati consumati oltre 30 milioni di ettolitri di vino, mantenendo il primato mondiale nei consumi assoluti, sebbene in leggero calo rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, l’import di vino europeo ha subito una certa contrazione, con un valore complessivo superiore ai 6 miliardi di euro, ma in calo di oltre l’11% rispetto all’anno precedente.

Nel settore delle bollicine, l’Italia si conferma leader nei volumi importati dagli Stati Uniti, con 122,6 milioni di litri nel 2024, in crescita del 13,7% rispetto all’anno precedente. La Francia, invece, domina in termini di valore, con 887,8 milioni di dollari, mentre l’Italia segue con 683,6 milioni di dollari. Tuttavia il mercato dello Champagne sta attraversando un periodo difficile, segnato dal rallentamento post-pandemia e da una fase di aggiustamento dopo l’euforia del 2021-2022. Nel 2023, le importazioni di Champagne in Italia sono scese a 9,9 milioni di bottiglie, con una contrazione del 7% rispetto all’anno precedente. L’inflazione e il conseguente aumento dei prezzi hanno contribuito a un ridimensionamento del mercato, riportandolo su binari più sostenibili rispetto agli anni immediatamente successivi al Covid.

Nel primo semestre del 2024, la situazione è peggiorata ulteriormente. Secondo i dati di Nomisma Wine Monitor, l’import diretto dalla Francia verso l’Italia è sceso del 20,7% a volume (2,5 milioni di litri) e del 18,4% a valore (97,6 milioni di euro), con un incremento del prezzo medio al litro da 32,2 euro del 2023 a 36,9 euro. Se si considera anche lo Champagne importato attraverso altri Paesi, la perdita complessiva sale al 32% a volume e al 22% a valore.

Insomma, in questo scenario già fragile, l’eventualità di dazi americani al 200% potrebbe rappresentare un colpo devastante per il mercato dello Champagne e, più in generale, per l’export vinicolo europeo. Gli Stati Uniti restano un mercato chiave per le bollicine francesi e italiane, e una simile misura protezionistica sposterebbe l’equilibrio a favore dei produttori americani, con conseguenze pesanti per l’industria europea. 

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