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Viktor Orban spinge per mediare nella guerra in Ucraina e dopo Olaf Scholz procede a dialogare con il presidente russo Vladimir Putin. “Ho avuto una conversazione telefonica di un’ora con il presidente Putin”, ha scritto Orbán sui social media nella giornata di ieri. Il presidente di turno uscente del Consiglio Europeo, che presto vedrà l’avvicendamento col premier polacco e falco antirusso Donald Tusk, ha provato a sfruttare l’inerzia favorevole data dall’elezione di Donald Trump alla presidenza Usa per inserirsi politicamente come un interlocutore credibile per la pace in Ucraina.

Da tempo Orban si muove per consolidare la sua posizione. Il leader magiaro a luglio ha promosso un ampio tour diplomatico tra Mosca e Pechino incontrando Putin e Xi Jinping prima di raggiungere a Washington Joe Biden per l’assemblea della Nato. Ora nota uno spazio d’agibilità non banale: Budapest, con il ritorno al potere di Trump, potrà ben dire di spalleggiare da tempo il tycoon e di ergersi a pontiere per la pace.

Russia-Ucraina: perchè Orban è un mediatore credibile

Da posizioni, bisogna aggiungere, non strettamente anti-ucraine Orban si pone come pontiere: a favore del dialogo con Putin, il leader di Budapest mette sul piatto il fatto di non aver mai rotto i rapporti energetici, di aver acquistato gas e petrolio da Mosca, di aver già incontrato lo Zar russo e di aver per primo parlato di pace. Ma con l’Ucraina Orban può portare all’incasso il fatto di non aver mai posto pregiudizialmente un veto sugli aiuti europei e Nato a Kiev dopo aver spuntato le sue concessioni nei vari round di negoziati e soprattutto di aver sempre aderito a tutte le sanzioni comunitarie, tanto che anche l’Ungheria è di fatto inserita da Mosca nella Lista delle Nazioni Ostili che hanno limitato in molti fronti i commerci con la Russia.

Se, poi, Scholz è stato il primo a lanciare l’idea della mediazione con Putin, è anche vero che Orban può apparire a colui che ha in mano il pallino del gioco, Trump, come il leader più stabile tra i fautori del negoziato. Tusk e il presidente francese Emmanuel Macron hanno proposto invece l’idea di schierare truppe europee in Ucraina dopo la fine del conflitto a garanti del cessate il fuoco con cui si potrebbe porre termine alla guerra. Una mossa che sicuramente non aiuta alla negoziazione con Putin. C’è poi un dato di fatto non secondario: Putin potrebbe esser più propenso a sedersi al tavolo sapendo di avere come compagno di negoziazioni non solo Trump ma anche una figura sul cui curriculum “terzo” non c’è dubbio si possa mettere la mano sul fuoco. Insomma, una posizione invidiabile per il premier magiaro. Riportando al centro della scena un uomo che tanti hanno provato ad abbattere, ma nessuno ha ancora potuto togliere di mezzo.

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