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Elezioni regionali in Emilia Romagna e Umbria: ultimi rumor dai partiti

Ormai ci siamo. Domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15 urne aperte per le elezioni regionali in Emilia Romagna e in Umbria. Un test elettorale molto atteso dopo la vittoria di qualche settimana fa del Centrodestra con Marco Bucci sul Centrosinistra con Andrea Orlando in Liguria. Ovviamente i sondaggi non si possono diffondere, ma tra i partiti ci sono diversi sentiment e attese sull’esito di questa ultima tornata elettorale del 2024.

In Emilia Romagna il Partito Democratico, che guida la coalizione composta anche da M5S, Alleanza Verdi Sinistra più altre liste civiche più spostate al centro, è praticamente sicuro di tenere la guida della regione, nonostante le fortissime polemiche prima sulle alluvioni e la mancata cura e tutela del territorio e poi per gli assalti degli antagonisti e dei centri sociali alle forze dell’ordine (non condannati da Elly Schlein) in occasione della manifestazione di Casapound in centro a Bologna e vicino alla stazione teatro della strage di matrice fascista del 1980.

Il candidato del Centrosinistra è Michele de Pascale, nato a Cesena il 20 gennaio 1985 e sindaco di Ravenna e presidente della Provincia di Ravenna. L’avversaria principale, sostenuta da tutto il Centrodestra e diverse liste civiche è Elena Ugolini, nata a Rimini il 9 giugno 1959, ma bolognese d’adozione. La sensazione – stando a quanto dicono nei partiti – è che se la partita fosse soltanto a Piacenza e a Parma vincerebbe abbastanza facilmente il Centrodestra, ma il cuore dell’Emilia – Reggio, Modena e Bologna, soprattutto le città delle province – sembrano ancora battere a sinistra. E considerando il peso della popolazione e il numero di abitanti non c’è paragone. Il Centrodestra può anche fare il pieno a Piacenza e forse anche a Parma, ma la bassa dell’Emilia vale sei o sette volte in termini di elettori e quindi votanti. Resta l’incognita Romagna, dove negli ultimi anni, specie a Ferrara, il Centrodestra ha saputo ottenere buoni risultati. Ma De Pascale è sindaco di Ravenna e quindi dovrebbe andar bene almeno nella sua città. Ad ogni modo, anche se in Romagna dovesse prevalere Ugulini non sarebbe sufficiente per ribaltare i pronostici. Poi parola agli elettori e tutto può essere, ma l’impressione è quella di un successo (non un trionfo) del Pd e alleati.

Meno certa e scontata, stando sempre ai rumor, la sfida in Umbria. Il Centrodestra ripresenta la Governatrice uscente ed ex senatrice della Lega Donatella Tesei, sostenuta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Unione di Centro, più le liste dell’area civica Alternativa Popolare, Tesei Presidente e Noi Moderati Civici per l’Umbria. Il centrosinistra ha scelto Stefania Proietti, sindaco di Assisi e presidente della Provincia di Perugia. Attorno alla figura di Proietti si sono riunite tutte le principali forze del Centrosinistra, a partire dal Partito Democratico per proseguire con Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra. In aggiunta ci sono altre quattro liste che arrivano dall’area civica: Umbria per la Sanità Pubblica, Civici Umbri, Umbria Domani e Umbria Futura.

Alla vigilia dell’apertura delle urne si conferma un cauto ottimismo nel Centrodestra e in casa Lega (che esprime la candidata), anche se nulla ovviamente viene dato per scontato. “Ma la sensazione è buona, forse meglio della Liguria”, spiegano fonti del Carroccio. Ci sono poi altri candidati minori e certamente quello più famoso è Marco Rizzo, coordinatore nazionale di Democrazia Sovrana Popolare che ha come obiettivo il 4-5% e punta ad essere eletto in Consiglio regionale. Ma torniamo ai sentiment. Matteo Salvini ha girato fino all’ultimo moltissimo tutta l’Umbria e punta sulla vittoria della Tesei, sua fedelissima, anche per rafforzarsi a livello politico nazionale con l’obiettivo, non dichiarato ma ovvio e scontato, di ottenere un risultato di lista – come accaduto in Liguria – superiore a quello di Forza Italia.

La premier Giorgia Meloni, pur essendo la candidata del Carroccio, ci tiene a non lasciare nulla alle opposizioni, se non (quasi scontato il risultato) la solita Emilia Romagna. Un trend nazionale che con un 2 a 1 alle Regionali per il Centrodestra rafforzerebbe il governo soprattutto mentre è in corso la partita della Legge di Bilancio e con lo sciopero nazionale di Cgil e Uildel 29 novembre. Sul fronte opposto, il Pd è certo di fare un buon risultato di lista ed è convinto di arrivare primo come partito esattamente come in Liguria. Ma potrebbe non bastare per l’atteso ennesimo flop del M5S e per alcuni elettori moderati di Centrosinistra che, vista proprio la presenza nella coalizione dei pentastellati, potrebbero disertare le urne.

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