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Ucraina: Zelensky nomina generale Drapatyi comandante forze terra
Il generale Mykhailo Drapatyi è stato nominato nuovo comandante delle forze di terra al posto di Oleksandr Pavliuk, che ricopriva l’incarico dallo scorso 11 febbraio. “Il maggiore generale Mykhailo Drapatyi ha organizzato con successo la difesa nel settore di Kharkiv e ha interrotto l’offensiva russa”, ha annunciato il presidente Volodymyr Zelensky sul social X, senza spiegare i motivi della sua nomina.
Drapatyi, che avrà come vice il colonnello Oleh Apostol, ha prestato servizio come comandante della 58a Brigata di fanteria motorizzata dell’Ucraina dal 2016 al 2019. Ha guidato il raggruppamento operativo di truppe ‘Kharkiv’ dallo scorso maggio e il gruppo operativo e tattico di forze ‘Luhansk’ dallo scorso settembre.
Ucraina: Macron sente Zelensky, ‘inaccettabile logica escalation Russia’
“L’inaccettabile logica di escalation” della Russia in Ucraina è stata denunciata dal presidente francese, Emmanuel Macron, durante un colloquio telefonico con Volodymyr Zelensky. Riferendosi alle ultime ondate di massicci raid aerei sull’Ucraina, Macron – riferisce una nota dell’Eliseo – ha dichiarato che “questi attacchi, la maggiore cooperazione con la Corea del Nord e la retorica irresponsabile che li accompagna, fanno parte di un’inaccettabile logica di escalation da parte della Russia”.
Ucraina: Scholz sente Zelensky, garanzie su ‘appoggio militare’
Il cancelliere, Olaf Scholz, ha dato garanzie sul “sostegno militare” di Berlino a Kiev al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel loro primo colloquio da quando il capo del governo tedesco ha parlato con il leader russo, Vladimir Putin, lo scorso 15 novembre. “Manterremo il nostro sostegno militare all’Ucraina, in stretto coordinamento con i nostri alleati europei e internazionali”, ha detto Scholz, stando a quanto riferito sul social X. “Ho concordato con Zelensky che continueremo i contatti, anche nella prospettiva sui possibili percorsi verso una pace giusta”, ha aggiunto. Dal canto suo, il presidente ucraino ha ringraziato Scholz per l’aiuto della Germania, “soprattutto per il rafforzamento delle capacità di difesa aerea con Patriots e Iris-Ts, che hanno già salvato migliaia di vite”, prima di confermare di aver discusso con il cancelliere di come “rafforzare ulteriormente la capacità dell’Ucraina di difendersi”.
Ucraina: il piano di Kellogg per fine guerra
L’uomo scelto dal presidente eletto Donald Trump per gestire le politiche statunitensi in Russia e Ucraina, ha un piano ben preciso per fermare il conflitto. L’ex generale Keith Kellogg è stato tra i più critici della gestione Biden, che avrebbe contribuito a scatenare una ‘crisi evitabile’, fornendo poi un sostegno a Kiev inadeguato nei tempi e nei modi. La nomina non può far sorridere troppo il presidente ucraino Volodymr Zelensky, visto che il piano di Kellogg prevede di rinunciare a diversi punti cardine del ‘piano per la vittoria’ ucraino – a partire dall’ingresso nella Nato – suggerendo inoltre un approccio più dialogante che non ‘demonizzi’ Vladimir Putin. Kellogg, ex consigliere di Trump per la sicurezza nazionale, ha esposto il suo piano di pace per l’Ucraina in un articolo per l’istituto politico America First, risalente allo scorso aprile e ripreso dalla Cnn. L’ex generale l’ha definita “una crisi evitabile che, a causa delle politiche incompetenti dell’amministrazione Biden ha impigliato l’America in una guerra senza fine”. L’ex generale è molto critico verso l’amministrazione uscente, il cui sostegno a Kiev è giudicato troppo debole e tardivo. Dall’altra parte, Kellogg ritiene che la decisione di Trump di fornire i primi aiuti all’Ucraina nel 2018 aveva trasmesso la forza necessaria per affrontare Putin, e inoltre il tono più ‘dialogante’ del presidente eletto nei confronti del leader del Cremlino, che non viene demonizzato a differenza di quanto fatto da Biden, potrebbe rendere più semplice una soluzione diplomatica.
Kellogg sostiene che si sarebbero dovute fornire più armi prima dell’invasione russa e subito dopo, così da favorire una vittoria ucraina sul campo di battaglia. Mancando questo prerequisito, ha cambiato la sua posizione e ha iniziato ad auspicare un ‘cessate il fuoco’ che congelasse i fronti, costringendo entrambe le parti a sedersi al tavolo dei negoziati. Fin qui non sembra discostarsi molto con quanto sostenuto dal presidente Volodymyr Zelensky nel suo ‘paino per la vittoria’, ma la seconda parte del progetto di Kellogg potrebbe essere la più allarmante per Kiev. Per l’ex consigliere gli Stati Uniti non hanno bisogno di essere coinvolti in un altro conflitto, avendo le loro scorte di armi risentito degli aiuti all’Ucraina, lasciando il Paese potenzialmente esposto in un eventuale conflitto con la Cina per Taiwan. A suo avviso, l’adesione dell’Ucraina alla Nato dovrebbe essere sospesa a tempo indeterminato, “in cambio di un accordo di pace completo e verificabile con garanzie di sicurezza”. Il piano di Kellogg prevede che debba diventare “una politica formale degli Stati Uniti quella di cercare un cessate il fuoco e una soluzione negoziata”.
Nell’articolo si legge che i futuri aiuti statunitensi saranno condizionati alla negoziazione dell’Ucraina con la Russia, e che Washington armerà Kiev nella misura in cui potrà difendersi e fermare qualsiasi ulteriore avanzata russa prima e dopo qualsiasi accordo di pace. I fronti verrebbero congelati da un cessate il fuoco e verrebbe imposta una zona demilitarizzata. Se accettasse, la Russia otterrebbe un alleggerimento limitato delle sanzioni, che diventerebbe completo solo dopo la firma di un accordo di pace soddisfacente per l’Ucraina. A Zelensky non verrebbe chiesto di rinunciare al recupero dei territori occupati, ma dovrebbe accettare di perseguirlo solo attraverso la diplomazia. Per Kellogg, è necessario ritornare ad un approccio ‘America First’ nella politica estera. “Biden ha sostituito l’approccio di Trump con un approccio internazionalista liberale che promuove i valori occidentali, i diritti umani e la democrazia – ha scritto – Si tratta di una base piuttosto triste da cui partire per costruire un compromesso sulla sicurezza europea”. Infine, i critici della prosecuzione degli aiuti all’Ucraina – tra i quali sembra includere se stesso – sono “preoccupati del fatto che gli interessi strategici vitali dell’America siano in gioco nella guerra d’Ucraina, del potenziale coinvolgimento delle forze militari statunitensi e del fatto che l’America sia impegnata in una guerra per procura con la Russia che potrebbe degenerare in un conflitto nucleare”.
Ucraina: Mosca restituisce i corpi di 502 soldati caduti in battaglia
Le autorità ucraine hanno annunciato di aver ricevuto dalla Russia i corpi di 502 soldati uccisi nella guerra tra i due Paesi, specificando che non si è trattato di uno scambio. “I corpi di 502 difensori caduti sono stati rimpatriati nel territorio controllato dal governo ucraino”, ha dichiarato l’organismo di coordinamento dei prigionieri di guerra. Si tratta del secondo rimpatrio di questo tipo nell’ultimo mese, Kiev aveva infatti recuperato i corpi di 563 soldati all’inizio di novembre.
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