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Manovra, incontro governo-sindacati dopo giorni di tensioni

A Palazzo Chigi, al via la riunione fra governo e sindacati sulla manovra presieduta dalla premier Giorgia Meloni. “Anche nel 2025 e nel 2026, come nei due anni precedenti, le pensioni minime saranno rivalutate oltre il livello di inflazione indicato dall’Istat. Le norme riguardanti le uscite anticipate dal lavoro restano pressoché immutate”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel corso dell’incontro con i sindacati a Palazzo Chigi, illustrando le misure per i pensionati contenute nella legge di bilancio.

Meloni: “Pacchetto consistente conciliazione vita-lavoro”

“Anche questa manovra prevede un pacchetto consistente di misure, fatto di incentivi economici e interventi volti a favorire la conciliazione vita-lavoro. Per i bimbi nati o adottati dal prossimo primo gennaio, viene introdotto un contributo, escluso dalla soglia ISEE, del valore di 1.000 euro, riservato alle famiglie con un Isee non superiore a 40.000. Si tratta di un primo aiuto per chi decide di mettere al mondo dei figli. Le risorse per finanziare questo intervento derivano, in gran parte, dalla scelta di limitare la possibilità delle detrazioni per i figli a carico oltre i 30 anni di età”, ha detto ancora la premier.

“È confermato l’aumento, previsto dalla passata legge di bilancio, del bonus nido a 3.600 euro – ha aggiunto – per i nati a decorrere dal 2024 in famiglie con Isee fino a 40mila euro. La misura viene fortemente potenziata, perché viene rivolta a tutti e non solo a chi ha un secondo figlio con età inferiore a dieci anni, come era invece finora”.

“Sempre a proposito di Isee”, ha detto, “dal prossimo anno l’importo dell’assegno unico non concorrerà a determinarne il livello per accedere al bonus nido. Salgono a tre i mesi di congedo parentale, misura quindi valida tanto per il padre quanto per la madre, retribuiti all’80%, invece dell’ordinario 30%”.

Meloni, su bonus edilizi distinzione prima-seconda casa

“I bonus edilizi vengono gestiti con buon senso. Si distingue tra prima casa e seconda casa: il bonus ristrutturazioni viene confermato al 50% sulla prima casa mentre scende al 36% dalla seconda casa in poi”, aggiunge la premier.

Meloni, senza superbonus qualsiasi misura raddoppiata

“Raccogliamo la grave eredità di debiti che gravano come un macigno sui conti pubblici. Citerò due numeri per far capire di cosa parlo: 30 e 38. Trenta miliardi è il valore complessivo di questa manovra di bilancio; trentotto sono i miliardi che, solo nel 2025, costerà alla casse pubbliche il Superbonus varato dal Governo Conte 2 per ristrutturare meno del 4% degli immobili residenziali italiani, prevalentemente seconde e terze case, cioè soldi dei quali ha beneficiato soprattutto chi stava meglio. La più grande operazione di redistribuzione regressiva del reddito nella storia d’Italia. Con le stesse risorse, qualsiasi provvedimento di questa legge di bilancio avrebbe potuto essere più che raddoppiato. Vale per la sanità, per i contratti pubblici, per la scuola, per l’aumento dei salari e così via”, ha spiegato Meloni.

Manovra, Meloni: “Contributo banche grazie solidità governo”

“Ci tengo a dire che la solidità, la credibilità e il coraggio di questo Governo hanno consentito di poter far partecipare banche e assicurazioni alla copertura della legge di bilancio. Un grande cambiamento rispetto al passato, quando invece con la legge di bilancio si trovavano le risorse per sostenere banche e assicurazioni, e nessuno invocava la rivolta sociale“.

Meloni, risorse su priorità tenendo conti in ordine

“Il Governo ha deciso di convocare a Palazzo Chigi le sigle sindacali per un confronto sulle principali misure della legge di bilancio. La manovra di bilancio è in continuità con le scelte che il Governo ha fatto con le due precedenti leggi finanziarie. Abbiamo concentrato le risorse su alcune priorità fondamentali, con una visione di medio e lungo periodo, tenendo i conti in ordine e concentrandoci su una prospettiva di crescita del Sistema Italia, pur nel contesto internazionale tutt’altro che facile nel quale operiamo”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento introduttivo all’incontro con le sigle sindacali a Palazzo Chigi sulla manovra economica.

Landini, mai presentata in Parlamento già fatta

“Per quanto ci riguarda c’è bisogno di un cambiamento radicale di questa manovra, c’è bisogno di andare a prendere i soldi dove sono. Queste sono le nostre richieste. Vediamo per quale ragione ci hanno convocato ora, ce lo devono spiegare loro visto che non era mai successo che un governo presentasse in Parlamento una manovra già decisa, già fatta, senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali”. Così il segretario della Cgil, Maurizio Landini, conversando con i giornalisti al suo arrivo a Palazzo Chigi, dove sta per iniziare l’incontro fra il governo e i sindacati sulla legge di Bilancio.

“Noi – ha proseguito – abbiamo avanzato delle richieste molto precise. C’è un problema salariale, di risorse per i contratti. Quindi servono più soldi, bisogna sbloccare le assunzioni e mettere soldi sulla sanità pubblica perché così non funziona. C’è bisogno di una vera riforma fiscale, quindi non abbiamo bisogno di flat tax, di concordati, ma di una riforma fiscale che vada a prendere i soldi dove sono, tassando profitti, extra profitti, rendite finanziarie e immobiliari, abbiamo bisogno di superare la precarietà e abbiamo bisogno di politiche industriali degne di questo nome”.

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