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Nell’udienza presso il tribunale di Milano di lunedì 11 novembre l’accusa ha chiesto l’ergastolo con 18 mesi di isolamento per Alessandro Impagnatiello, il barman che ha ucciso la compagna Giulia Tramontano incinta al settimo mese con 37 coltellate il 27 maggio 2023. Il delitto di Senago sta suscitando sin dall’inizio fortissime reazioni anche mediatiche. Ieri, dopo le requisitorie delle parti, la sorella di Giulia, Chiara Tramontano, si è sfogata sui social. Criticando alcuni passaggi dell’intervento delle avvocate che difendono Impagnatiello, Samanta Barbaglia e Giulia Geradini. Laddove in particolare le due legali hanno descritto quanto commesso dal barman come un “grave gesto”. Parole che alla sorella della vittima sono parse sminuire la gravità di quanto avvenuto. Chiara Tramontano ha definito l’arringa “il fallimento di ogni valore umano e di rispetto verso chi soffre”, un discorso “offensivo e sensibile”. Affaritaliani.it ha raggiunto telefonicamente Samanta Barbaglia per un commento. “È il lavoro dell’avvocato, abbiamo cercato di mantenere il massimo rispetto per la vittima e la famiglia”. L’intervista.
Avvocato Barbaglia, la sorella di Giulia Tramontano, Chiara, ha espresso sui social il suo disappunto nei confronti della vostra difesa, ritenendo l’arringa un discorso “offensivo e insensibile”. Come risponde?
L’arringa che abbiamo fatto sviluppava argomenti tecnico giuridici, e quindi argomenti basati su dati processuali. È il lavoro del difensore. Sia io che la collega abbiamo cercato comunque di mantenere il massimo rispetto per la vittima e per il dolore della famiglia. Ma si tratta del mestiere dell’avvocato. Non ritengo di aver espresso considerazioni assolutamente fuori da questo ambito giuridico, che è quello che mi compete.
Come ha preso Impagnatiello la richiesta di ergastolo da parte dei pm?
Diciamo che se lo aspettava. Se n’era parlato e quindi era chiaro che non si aspettava niente di diverso. Non è stato un fulmine a ciel sereno.
Perché volete escludere la premeditazione dalle aggravanti?
Perché l’incontro tra le due ragazze è stato quello che ha scatenato ciò è successo. Quello che ha detto il pm, a nostro giudizio, è stato in parte azzardato. Per quanto lui abbia fatto tutto quello che ha fatto, fin dall’inizio non aveva programmato di uccidere Giulia. Il delitto non è stato premeditato ma è stato la diretta conseguenza dello smascheramento avvenuto il 27 maggio ai suoi danni da parte delle due ragazze.
Ci sono segni di pentimento da parte di Impagnatiello?
Certo. È iniziato un percorso, che sarà ancora lungo, ma è iniziato.
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