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Garlasco, il giudice che assolse Stasi: “Tanti dubbi, la forbice di tempo per litigare e uccidere…”
Il giallo di Garlasco continua e mistero nel mistero sparisce anche dai palinsesti la puntata de Le Iene con l’annunciato scoop sull’inchiesta che riguarda l’omicidio di Chiara Poggi. La trasmissione di Italia 1 prometteva una testimonianza inedita ma di quel servizio nella puntata di ieri non c’è stata traccia. In attesa di capire il motivo, visto che non c’è stata nessuna spiegazione, sul mancato servizio “bomba” ad agitare ancora di più le acque intorno a questa vicenda arriva l’intervista fatta al giudice che assolse Alberto Stasi in primo grado, e le cose che dice non sono certo banali visto che parla chi ha analizzato ogni dettaglio di questa storia.
“Più facevamo accertamenti in primo grado, – spiega Stefano Vitelli a Lo Stato delle Cose da Giletti – e più i dubbi, le criticità, le ambiguità aumentavano. L’alibi di Stasi è stato in primo grado accertato, grazie a un grande lavoro dei miei periti informatici, quindi Stasi dalle 9:35 alle 12:20 era a casa sua, a interagire con il computer. Manca il movente, quando hanno litigato i due ragazzi? La sera prima non è provato. La mattina crea problemi di tempistiche, perché alla luce della prova dell’alibi informatico, rimane una forbice temporale piuttosto ristretta, 23 minuti. E che abbia mangiato la pizza e sia rimasto a casa di Chiara la sera prima senza avere la prova che abbia litigato è certo e oggettivo. Sono solo alcune delle criticità. Il giudice non deve scommettere sulla colpevolezza dell’imputato, perché se perde, la posta in gioco è troppo alta”.
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